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ANCONA- È rientrato con due ore di ritardo in carcere poi, ubriaco, ha aggredito due agenti della Polizia Penitenziaria. Ennesimo episodio di violenza nella casa circondariale di Montacuto: l’autore, stavolta, un detenuto in regime di semilibertà. A denunciare il fatto è Gianluca Scarano, vice segretario regionale del sindacato Uilpa. L’uomo protagonista di questa vicenda lavora in una sua officina meccanica ad Ancona.
Tutti i giorni esce dal penitenziario per andare a lavorare e deve tassativamente rientrare alle 21.
La ricostruzione
Secondo una prima ricostruzione, martedì sera l’operaio si sarebbe presentato all’ingresso del carcere alle 23,20, barcollante e palesemente offuscato dall’alcol.
Il sindacato
Sia quest’ultima che l’autorità giudiziaria competente potranno prendere provvedimenti nei suoi confronti. «È opportuno – dice Scarano - che questi comportamenti vengano severamente e tempestivamente puniti al fine di garantire la rieducazione prevista dalla carta costituzionale e la riammissione in libertà di soggetti che non possano, e non vogliano, più attentare alla sicurezza della collettività. Le misure alternative alla detenzione devono essere il mezzo di valutazione del futuro reinserimento sociale e devono essere concesse con una più approfondita osservazione del detenuto». Intanto la situazione nel carcere anconetano è sempre più esplosiva, tra aggressioni, gesti dimostrativi e zuffe. L’ultima è avvenuta proprio la sera di Capodanno quando due detenuti di origine africana si sono picchiati. In quell’occasione sono volati colpi di lametta e di scopa. I due sono finiti in ospedale.
Le richieste
Per far fronte a questo e ad altri episodi simili gli agenti della Penitenziaria chiedono a gran voce strumenti deterrenti come il taser e l’aumento del personale «vista la carenza di circa 50 unità rispetto ad una pianta organica di 175 e la presenza di oltre 300 detenuti nel carcere di Montacuto». Ma a rischiare non sono solo gli agenti. A novembre un’infermiera era stata sfiorata da uno sgabello lanciato da un detenuto. La tentata aggressione era scaturita dalla richiesta di assumere la terapia a vista per evitare accumulo di psicofarmaci con i quali la popolazione detenuta spesso prepara miscugli per sballarsi e creare disordini.
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Corriere Adriatico