Il carcere di Montacuto è come un ring: rientra ubriaco con due ore di ritardo e picchia gli agenti

Il carcere di Montacuto è come un ring: rientra ubriaco con due ore di ritardo e picchia gli agenti
Il carcere di Montacuto è come un ring: rientra ubriaco con due ore di ritardo e picchia gli agenti
di Teodora Stefanelli
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Giovedì 6 Gennaio 2022, 01:50

ANCONA-  È rientrato con due ore di ritardo in carcere poi, ubriaco, ha aggredito due agenti della Polizia Penitenziaria. Ennesimo episodio di violenza nella casa circondariale di Montacuto: l’autore, stavolta, un detenuto in regime di semilibertà. A denunciare il fatto è Gianluca Scarano, vice segretario regionale del sindacato Uilpa. L’uomo protagonista di questa vicenda lavora in una sua officina meccanica ad Ancona.

Tutti i giorni esce dal penitenziario per andare a lavorare e deve tassativamente rientrare alle 21. 

La ricostruzione 

Secondo una prima ricostruzione, martedì sera l’operaio si sarebbe presentato all’ingresso del carcere alle 23,20, barcollante e palesemente offuscato dall’alcol. Non sarebbe stata la prima volta che rientrava in quelle condizioni. I carabinieri poco prima lo avevano individuato sul posto di lavoro a quell’ora tarda, ma lui non era stato in grado di giustificare ai militari il perché si trovasse ancora lì, fuori tempo massimo. Davanti agli agenti di Montacuto, poi, avrebbe ammesso di aver alzato il gomito e così, quando loro gli hanno contestato il ritardo, per tutta risposta ha dato in escandescenze. Prima ha sbattuto i pugni sulla porta d’ingresso e poi ha aggredito gli agenti. Ad uno di loro ha rotto un dente mentre un altro ha riportato varie contusioni. Entrambi sono finiti al Pronto soccorso di Torrette con una prognosi di 5 giorni. Grazie al tempestivo intervento della Penitenziaria l’uomo è stato bloccato e riportato in cella.

L’episodio è stato quindi segnalato alla direzione del carcere. 

Il sindacato 

Sia quest’ultima che l’autorità giudiziaria competente potranno prendere provvedimenti nei suoi confronti. «È opportuno – dice Scarano - che questi comportamenti vengano severamente e tempestivamente puniti al fine di garantire la rieducazione prevista dalla carta costituzionale e la riammissione in libertà di soggetti che non possano, e non vogliano, più attentare alla sicurezza della collettività. Le misure alternative alla detenzione devono essere il mezzo di valutazione del futuro reinserimento sociale e devono essere concesse con una più approfondita osservazione del detenuto». Intanto la situazione nel carcere anconetano è sempre più esplosiva, tra aggressioni, gesti dimostrativi e zuffe. L’ultima è avvenuta proprio la sera di Capodanno quando due detenuti di origine africana si sono picchiati. In quell’occasione sono volati colpi di lametta e di scopa. I due sono finiti in ospedale.

Le richieste 

Per far fronte a questo e ad altri episodi simili gli agenti della Penitenziaria chiedono a gran voce strumenti deterrenti come il taser e l’aumento del personale «vista la carenza di circa 50 unità rispetto ad una pianta organica di 175 e la presenza di oltre 300 detenuti nel carcere di Montacuto». Ma a rischiare non sono solo gli agenti. A novembre un’infermiera era stata sfiorata da uno sgabello lanciato da un detenuto. La tentata aggressione era scaturita dalla richiesta di assumere la terapia a vista per evitare accumulo di psicofarmaci con i quali la popolazione detenuta spesso prepara miscugli per sballarsi e creare disordini.

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