ANCONA - Un altro pezzo importante dello sport di casa nostra se n’è andato. Si sono infatti svolti già ieri, nella chiesa del Cristo Divino Lavoratore,...
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Personaggio sanguigno, generoso, sempre schietto e pungente, mai banale e scontato, Gino faceva parte di una generazione di sportivi puri e popolari, meno preparati tecnicamente forse di quelli di oggi, ma imbattibili nel dare un’anima e un carattere ai giocatori che allenavano e alle squadre che formavano. Protagonisti in un calcio giocato su campi durissimi o pieni di fango, con palloni improbabili e attrezzature che oggi farebbero sorridere, Gino, Alberto e i loro colleghi furono i padri della crescita dello sport anconetano dopo la seconda guerra mondiale, in un panorama povero di strutture e ricco di fantasia e di entusiasmo, che potè prosperare proprio grazie alla grande passione di questi personaggi. Gino Piangerelli, già vedovo da alcuni anni, lascia due figlie che ieri gli hanno dato l’ultimo saluto insieme ai n ipoti. Nella sua vita lavorativa, oltre che allenatore, era stato per decenni impiegato alla Angelini , un’altra azienda storica del capoluogo, dove pure, era molto conosciuto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico