Cade dopo l'operazione e va in coma Laura muore a 59 anni, donati gli organi

Cade dopo l'operazione e va in coma Laura muore a 59 anni, donati gli organi
ANCONA - È morta dopo una settimana di coma Laura Mentuccia, 59enne di Ostra, socia dell’associazione Il Salvagente. I familiari ieri hanno deciso di donare gli...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - È morta dopo una settimana di coma Laura Mentuccia, 59enne di Ostra, socia dell’associazione Il Salvagente. I familiari ieri hanno deciso di donare gli organi. Il coma era infatti irreversibile e non ci sarebbero più state speranze di riportarla in vita. I medici hanno dovuto infatti informare i parenti che purtroppo non si sarebbe più ripresa.


Una scelta, quella della donazione degli organi, che la 59enne avrebbe sicuramente approvato visto che ha dedicato la sua vita al prossimo, anche attraverso la Onlus di cui era socia. La scorsa settimana si era ricoverata nella clinica di Villa Igea per essere sottoposta ad un intervento alle anche. Venerdì scorso mentre era ancora ricoverata è caduta. Si era alzata dal letto per andare in bagno. Nello scivolare ha battuto la testa ed è andata in coma. È stata subito trasportata nell’ospedale di Torrette dove ieri è stato effettuato il prelievo. Laura Mentuccia lascia il marito Marco Gerini, noto falegname di Ostra e due figli.

La notizia della sua scomparsa si è diffusa ieri pomeriggio nella sua città dove era molto stimata proprio per il suo impegno sul sociale, sempre pronta ad aiutare chi ne aveva bisogno. Ora, grazie alla sua generosità, altre persone potranno condurre una vita migliore, avendo la famiglia autorizzato l’espianto. Ieri quando hanno dato il permesso non sapevano ancora quali sarebbe stati idonei per essere trapiantati ad altri pazienti in lista d’attesa. Hanno lasciato che i medici provvedessero recuperando tutto ciò che avrebbe reso migliore la vita di altre persone. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico