Ancona, burocrazia senza cuore: «Mia figlia disabile esclusa dalla scuola»

Ancona, burocrazia senza cuore: «Mia figlia disabile esclusa dalla scuola»
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ANCONA - Elisa ha 14 anni e sogna di diventare una grande fotografa naturalistica. Elisa, usiamo il suo secondo nome per tutelarla, vorrebbe iscriversi al corso di Arti grafiche e fotografia - Indirizzo Grafica e comunicazione dell’Istituto d’Istruzione superiore Podesti Calzecchi Onesti di Ancona, sede di Chiaravalle. Ma non può, perché è una ragazzina speciale. Ha bisogno di un sostegno, beneficia della Legge 104 per cure particolari, un aiuto che le permetta di studiare, di andare a scuola e vivere come tutti i suoi coetanei anche se ha delle gravi difficoltà neurologiche per le quali si sente spesso emarginata, additata e discriminata.


 

È successo ancora, ma stavolta non da sciocchi ragazzini fortunati che non hanno idea cosa sia la disabilità. È successo dagli adulti, che hanno permesso a delle barriere burocratiche di innalzare muri sul futuro di questa ragazzina piena di sogni e ora così delusa. «È stato come sbattere contro un muro», racconta arrabbiata Monica Ferretti, che da mamma ha indossato i panni della guerriera per difendere i diritti della sua bambina». 

«Non riuscivo a effettuare la procedura online alla sede di Chiaravalle dove avevo intenzione di iscrivere mia figlia, perché me ne avevano parlato molto bene, come di una scuola all’avanguardia e ben organizzata anche per l’accoglienza dei ragazzini con disabilità - racconta la mamma -. Dalla segreteria mi hanno dato un appuntamento al quale sono andata insieme a mio marito giovedì. Abbiamo portato tutta la documentazione sanitaria che certifica lo stato di salute di nostra figlia. Siamo stati ricevuti nell’ufficio di presidenza e ci siamo sentiti rispondere che non potevano iscriverla perché era disabile, se fosse stata una ragazzina normale invece sì».
Continua lo sfogo. «Mi sono infuriata, perché al di là della mancanza di tatto, lo studio è un diritto e dovrebbe esserlo specie per questi ragazzi meno fortunati. Ci siamo sentiti discriminati. Poi la responsabile ha cercato di indirizzarci verso altre scuole superiori, magari al Liceo Artistico di Jesi o all’Itas».
E poi. «Mamma lascia perdere, tanto queste persone non capiscono cosa ho io…vado da un’altra parte». In 160 caratteri, un sms inviato alla mamma, Elisa si è arresa. Come dovesse ripiegare il suo sogno nel cassetto dei desideri impossibili. «In serata è stata male, abbiamo dovuto somministrarle una doppia dose di farmaci - continua la mamma - adesso è difficile. Il suo stato psicologico mi preoccupa molto. Dalla scuola ci hanno detto soltanto che possono avere un solo alunno disabile per classe…non so se la ragione sia questa, ma c’è modo di dire le cose». La famiglia ieri è stata contattata dalla segreteria della sede di Chiaravalle ed è stato fissato un altro appuntamento per lunedì. Intanto abbiamo voluto parlarne con il dirigente scolastico Vinicio Cerqueti.

«Non sono al corrente di questa vicenda ma mi impegno a chiarirne ogni aspetto con la responsabile della sede di Chiaravalle - spiega il dirigente del Podesti Calzecchi Onesti di Ancona -. Il nostro istituto da sempre ha garantito massima collaborazione e disponibilità alle famiglie con figli disabili, tanto che su 920 studenti (tra quelli della sede di Ancona e di Chiaravalle), almeno 80 sono affetti da disabilità. Un tasso dunque elevato, quasi il 10%. A Chiaravalle, su 12 classi sono presenti 37 ragazzi con disabilità, una media di quasi 3 alunni per classe. Non so quale sia stato il problema, forse tra iscrizioni e preiscrizioni si è raggiunta una soglia numerica oltre la quale lo stesso insegnamento per i ragazzi con problemi sarebbe inefficace. Ma sto ipotizzando, mi riservo di chiarire tutto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico