Il bullo fallisce la chance del perdono: il 18enne sarà processato per stalking e ricatti

Il bullo fallisce la chance del perdono: il 18enne sarà processato per stalking e ricatti
ANCONA  - Messa alla prova revocata. Dovrà ora affrontare un processo l’anconetano di 18 anni arrestato nell’ottobre dello scorso anno dalla Squadra Mobile...

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ANCONA  - Messa alla prova revocata. Dovrà ora affrontare un processo l’anconetano di 18 anni arrestato nell’ottobre dello scorso anno dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver minacciato e perseguitato dei coetanei, tra cui ragazzini disabili, con botte e richieste di denaro. Con lui, in manette erano finite altre quattro persone, di cui tre minori all’epoca dei fatti, tutte accusate di stalking ed estorsione.

 
L’annullamento della misura alternativa alla definizione del procedimento è stato deciso ieri dal Tribunale dei Minorenni, competente per il fascicolo dell’anconetano, dato che i fatti di cui è accusato abbracciano un arco di tempo compreso tra il 2018 e il 2020. La messa alla prova, per un periodo di 18 mesi da sostenere in comunità del Pesarese, era stata concessa dal collegio dei giudici, su richiesta della difesa. Il ragazzo avrebbe dovuto affrontare un percorso riabilitativo per poter chiudere il conto con la giustizia e ottenere una sorta di “perdono” a seguito di riabilitazione. È successo, però, che in piena estate il 18enne ha abbandonato la comunità e non vi ha fatto più ritorno. 

Il ragazzo aveva chiesto la possibilità di completare la messa alla prova, ma in una struttura dell’Anconetano. Possibilità rigettata dal collegio, presieduto dal giudice Laura Seveso. I legali delle vittime, Laura Versace e Arianna Benni, si sono opposti all’istanza del 18enne. Il processo – è stato chiesto l’abbreviato – si terrà il 7 dicembre. Almeno per ora, invece, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo altri due ragazzi (arrestati con il 18enne sempre per stalking ed estorsione) per cui la procura minorile aveva chiesto la revoca della messa alla prova. Si tratta di un 19enne e di neo18enne, entrambi di origine rom e difesi dall’avvocato Silvia Pennucci. Il primo, per il quale era stato stabilito un periodo di recupero di 27 mesi in una comunità del Pesarese, è accusato di essere uscito dalla struttura e di aver partecipato a un pestaggio a Fano, dove erano stati aggrediti due amici, di cui uno deriso per avere lo smalto sulle unghie delle mani.

Non essendo così forti gli elementi indiziari a carico del 19enne in merito all’aggressione, il collegio ha deciso di non sospendere la Map. Il 16 novembre si terrà un’udienza per valutare l’andamento del suo percorso. Per il neo 18enne, invece, la procura aveva chiesto la revoca della messa alla prova (durata di 18 mesi) perché il ragazzo si sarebbe più volte allontanato in maniera non autorizzata dalla comunità (la struttura si trova in Emilia Romagna), risultando anche positivo ai test tossicologici. 


Il tribunale ha deciso di far proseguire al ragazzo la messa alla prova, ma di collocarlo in una struttura terapeutica più corrispondente ai suoi bisogni e alla necessità di disintossicazione. Un quarto ragazzo, 16enne rom, sta invece seguendo passo passo il percorso della Map. Un quinto, maggiorenne all’epoca dei fatti, è stato condannato fino al secondo grado: 3 anni e 4 mesi di reclusione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico