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ANCONA - Dalla bravata alle manette il passo è stato breve. Il gruppetto di ragazzi con un laser si divertiva ad infastidire l’autista del bus, che ha rischiato più volte l’incidente. Quando si è fermato e ha fatto salire i poliziotti, invece di smetterla, i bulli hanno fatto peggio. Li hanno sfidati, insultati. Uno, gonfiando il petto, si è ribellato. «Non potete farmi niente, sono minorenne», asseriva a braccia incrociate. Teneva provocatoriamente la mascherina abbassata sotto il mento. Quando un agente ha provato ad alzargliela, ha perso la ragione.
Ha sferrato schiaffi e calci, inevitabilmente i poliziotti delle Volanti hanno dovuto ammanettare il 16enne - anconetano di famiglia africana - e caricarlo in auto. Con lui in questura è stato portato anche l’amico, da poco maggiorenne (pure lui d’origine africana): seduto a gambe larghe, senza alcun rispetto per la divisa e un ghigno stampato sulla faccia, rispondeva con tono saccente. La mascherina ce l’aveva, ma i documenti no. I due sono stati denunciati: il primo per resistenza, l’altro perché non voleva svelare la sua identità. Il caos, a bordo della linea R della Conerobus che collega Castelfidardo ad Ancona, è scoppiato ieri poco prima delle 18. A chiedere aiuto al 112 è stato l’autista che, durante tutto il tragitto, è stato pesantemente infastidito da un gruppetto di ragazzini seduti in fondo al pullman. Si divertivano a puntargli un laser negli occhi, facendolo riflettere sullo specchietto anteriore. Più volte li ha invitati a desistere, ma quelli continuavano.
Il viaggio è stato un incubo per la quarantina di passeggeri presenti sul bus: a causa di quello stupido gioco, il conducente ha ripetutamente sbandato, rischiando anche di andare a sbattere fra sterzate e frenate improvvise.
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Corriere Adriatico