ANCONA - «Papà vuole solo violentarti o ammazzarti?». È stata la domanda del figlioletto spaventato, nel suo ingenuo candore, a farle aprire gli occhi e...
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Era sprofondata in un abisso di paura e disperazione, durato circa 4 anni, la mamma di nazionalità romena, ma residente ad Ancona, che dopo una lunga relazione, fatta di minacce, botte e paura, ha finalmente trovato il coraggio di denunciare il marito.
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Prima si è rivolta all’associazione Donne e Giustizia, che offre ascolto e sostegno alle vittime di violenza, poi ha deciso di raccontare tutto in questura, nonostante il compagno, un 42enne albanese, l’avesse avvertita più volte: «Prova a chiamare la polizia e ammazzo te, il giudice e tutti quanti». A conclusione delle indagini, la scorsa settimana il gip ha deciso di rinviare a giudizio l’uomo, difeso dall’avvocato Roberta Di Martino: dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking nel processo che, però, comincerà soltanto tra un anno, nel dicembre 2020. Nel frattempo la 40enne, assistita dall’avvocato Fabiana Latte, è andata a vivere da sola, lontana dal padre di suo figlio, lo stesso che, a relazione troncata nel 2015, avrebbe tentato in tutti i modi di riavvicinarsi, vestendo i panni dello stalker e scendendo a ricatti ignobili: «Se non torniamo insieme ti ammazzo e il bambino finirà in mezzo a una strada», le avrebbe detto un giorno. Solo dopo la denuncia il 42enne ha cambiato atteggiamento. Benché la donna abbia rimesso la querela e non si sia costituita parte civile, il giudice ha rinviato a giudizio il suo ex con accuse pesantissime. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico