Basta fioriere-pattumiera, gli operatori anconetani hanno le idee chiare: «Ora ripensate gli arredi vasi di pietra e più verde»

Basta fioriere-pattumiera, gli operatori anconetani hanno le idee chiare: «Ora ripensate gli arredi vasi di pietra e più verde»
ANCONA Sporche, malandate ed in contrasto con l’arredo urbano. In poche parole, «sono proprio brutte». Non è un mistero che le fioriere di Corso Garibaldi...

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ANCONA Sporche, malandate ed in contrasto con l’arredo urbano. In poche parole, «sono proprio brutte». Non è un mistero che le fioriere di Corso Garibaldi non piacciano a nessuno. Neanche ai commercianti del centro storico, costretti a vederle ogni giorno attraverso le loro vetrine. Già da nuove non avevano saputo farsi apprezzare dalla cittadinanza ed ora che il peso degli anni comincia a farsi sentire, la situazione è addirittura peggiorata. Tra piante che sembrano posacenere e cestini della spazzatura scardinati, lo spettacolo horror è assicurato. 

 


Le critiche 

«I commenti dei miei clienti li sento e non fanno certamente piacere» racconta a proposito Andrea Masini, titolare del negozio d’abbigliamento Ramas. I problemi, del resto, sono sotto gli occhi di tutti: dagli animali che le considerano toilette irresistibili - con conseguente olezzo - alle piante che se non sono morte, allora crescono senza controllo. «Sono tenute male, come gran parte del verde in questa città» osserva Toni Tanfani, proprietario della boutique Gisa. «Bisogna capire che il decoro è importante. Nei vasi ci devono essere delle belle piante ed è necessario tenere pulito tutto intorno» continua. 

Le sedute 

Non si salvano neppure le panchine in marmo, che oltretutto sono pure poche: ce ne sono una mezza dozzina lungo tutti i cinquecento metri di Corso Garibaldi. «Sono molto fredde, oltre che pesantissime. E forse sono anche costate tantissimo» dice Masini. Bocciato lo stato dell’arte, è tempo delle proposte. «Il decoro andrebbe ripensato completamente» è l’idea avanzata da Flavio Zoppi, titolare dello storico bar Alla tazza d’oro. A partire da questi arredi che potrebbero forse star bene in Piazza Gae Aulenti, a Milano, ma che appaiono fuori luogo in un corso ottocentesco come quello di Ancona. Al posto del freddo metallo, che arrivino vasi in pietra, più caldi ed il linea col mood classico della zona. «Dei bei vasi, magari anche importanti» propone Maurizio Mosconi, negozio Thun. Il suo è anche un inno alla semplicità. «Ci vedrei bene delle piante grandi, il verde è sempre bello. Piuttosto che sulla struttura, investiamo il denaro nell’acquisto di una pianta come il pino o l’ulivo» rilancia. In linea generale, «va rispettato quello che c’è intorno». Si abbandona ai sogni, invece, Zoppi: «Canalette d’acqua e isole verdi più grandi dove ti puoi sedere all’ombra» è il bozzetto che ha in mente. Per Masini, ancora, le isole verdi dovrebbero trovare posto al centro del corso. «Una bella macchia di colore in mezzo a Corso Garibaldi» immagina. Magari proprio degli alberi. «Problemi con le radici? Bisogna parlare con delle aziende specializzate. Ne beneficeremmo sotto l’aspetto estetico e del refrigerio nelle giornate più calde» spiega. Più pragmatico Tanfani: «Questo è un corso Ottocentesco dove né alberi né piante erano previsti». Ecco perché «qualsiasi trasformazione suonerebbe strana». Meglio concentrarsi su quello che già c’è, allora, evitando di lasciare tutto in stato d’abbandono. L’importante è farlo in fretta.

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Corriere Adriatico