Ancona, avance a una 17enne che fa footing. Condannato l’adescatore nell’auto: ha 66 anni

Ancona, avance a una 17enne che fa footing. Condannato l’adescatore nell’auto
ANCONA Per due volte le avrebbe chiesto una prestazione sessuale, dopo aver richiamato la sua attenzione sporgendosi dal finestrino dell’auto. Avrebbe pure fatto inversione...

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ANCONA Per due volte le avrebbe chiesto una prestazione sessuale, dopo aver richiamato la sua attenzione sporgendosi dal finestrino dell’auto. Avrebbe pure fatto inversione per seguirla per un tratto di strada, fino a che la ragazza, spaventata, è scappata via lungo un sentiero nel quale si sarebbe anche ferita, passando tra i rovi. 

 


Le accuse

L’accusa era pesantissima: tentata violenza sessuale. Ma alla fine è stata la stessa Procura generale - che in un primo momento con l’ex pg Sergio Sottani si era opposta all’archiviazione - a declassare l’ipotesi di reato a molestie. Una richiesta accolta dal collegio che ieri in tribunale ha condannato a 3 mesi di reclusione (pena sospesa) il 66enne anconetano che la mattina del 9 giugno 2020 avrebbe importunato con avance a luci rosse la ragazza, all’epoca 17enne, mentre faceva footing in zona Svarchi a Numana. Il rappresentante di commercio, difeso dall’avvocato Paolo Sfrappini, ha sempre negato tutto, ma ad inchiodarlo sono state le telecamere di sorveglianza e quelle di un B&B che hanno ripreso la sua e una sequenza del presunto pedinamento. La ragazza, in lacrime, si era subito precipitata a casa dalla mamma, al Taunus. «Aiuto, un uomo mi sta inseguendo», le aveva confessato trafelata dopo aver corso per un chilometro.

Erano intervenuti i carabinieri

Sul posto erano arrivati i carabinieri, a cui la vittima aveva fornito una descrizione del molestatore, poi effettivamente riconosciuto in foto. A seguito della denuncia, era scattato il rinvio a giudizio per il 66enne, ma solo dopo che l’ex pg Sottani si era opposto a una prima richiesta di archiviazione da parte della procura ordinaria. La ragazza, in udienza, aveva ricordato l’episodio da cui sostiene di essere rimasta traumatizzata: l’auto che accosta, il finestrino che si abbassa, la proposta hard, l’inseguimento e la fuga. I giudici non hanno ravvisato gli estremi per una tentata violenza sessuale, ma hanno condannato comunque l’imputato a 3 mesi di reclusione e a un risarcimento, in via equitativa, di 2mila euro alla vittima che, costituendosi parte civile, ne aveva chiesti 30mila. 

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Corriere Adriatico