«Torna indietro», ma l’autista non si ferma. Lo assale e infrange la vetrata a martellate del bus all'Aspio: il risarcimento non basta

Conerobus, il processo prosegue d’ufficio

«Torna indietro», ma l’autista non si ferma. Lo assale e infrange la vetrata a martellate del bus all'Aspio
ANCONA Non si era fermato all’interno della frazione dell’Aspio, e già questo lo aveva fatto indispettire. Ma ha perso definitivamente la pazienza quando...

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ANCONA Non si era fermato all’interno della frazione dell’Aspio, e già questo lo aveva fatto indispettire. Ma ha perso definitivamente la pazienza quando l’autista del bus si è rifiutato di tornare indietro, spiegandogli che la fermata non era stata prenotata e non poteva certo invertire il tragitto. A quel punto, è scoppiato il caos sul mezzo della Conerobus. 

La ricostruzione

Il giovane, salito alla stazione di Ancona, era fuori di sé: si sarebbe avvicinato all’autista per affrontarlo a brutto muso, quindi lo avrebbe minacciato, afferrandolo per un braccio. Non contento, avrebbe impugnato il martello in dotazione all’autobus e con quello avrebbe colpito il vetro divisorio a protezione del posto di guida, fino a infrangerlo, nel tentativo di avventarsi contro l’autista che, a quel punto, terrorizzato, ha interrotto la corsa, chiuso le porte e chiesto aiuto al 112. Per quell’aggressione, avvenuta la sera del 29 novembre 2019 a bordo della linea N che copre il collegamento tra Ancona e Osimo, è finito a giudizio un 24enne anconetano (difeso dall’avvocata Antonella Devoli), accusato di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. Ieri la Conerobus, che con l’ex presidente Muzio Papaveri si era costituita parte civile tramite l’avvocato Marco Micucci, ha depositato la remissione di querela, rinunciando all’azione civile perché è stata risarcita di 3mila euro (a fronte di una richiesta di 6.900 euro) dall’imputato.

Violenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio

 

Tuttavia, il processo proseguirà dal prossimo 14 maggio per due reati perseguibili d’ufficio, la violenza a pubblico ufficiale e l’interruzione di pubblico servizio. Ieri in aula il giudice Antonella Passalacqua ha ascoltato uno dei passeggeri che viaggiava sul bus. «Il ragazzo era arrabbiato perché l’autista non si era fermato, anche se sapeva che scendeva sempre lì - ha riferito -. Ho sentito il frastuono, ma non ho visto se impugnasse il martello, che però era stato staccato dal suo posto. Tutti urlavano, è stato un caos».

 

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Corriere Adriatico