ANCONA - Sospensione dal servizio in via cautelare. In attesa dell’inizio del processo, è questa la decisione presa da Conerobus per i suoi dipendenti accusati di...
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A decretarlo è stato il consiglio di amministrazione dell’azienda presieduta da Muzio Papaveri che ha applicato una norma del regio decreto del 1931, che disciplina le sanzioni disciplinari in abito lavorativo. «Per l’azienda si tratta di un atto dovuto in attesa di ulteriori verifiche» ha fatto sapere Conerobus in una nota, diramata ieri pomeriggio, proprio a una settimana di distanza dalla notizia dell’inchiesta portata avanti dal pm Valentina Bavai.
Stando a quanto emerso dalle indagini, il quartetto avrebbe agganciato la vittima (una donna di mezza età che sarà parte civile al processo) proprio sui mezzi pubblici dell’azienda. Era l’estate del 2012. Prima sarebbe nata una conoscenza superficiale, approfondita poi dallo scambio dei numeri di cellulare. Proprio attraverso gli smartphone, gli imputati avrebbero preso appuntamento con la vittima per avere con lei appuntamenti piccanti in luoghi appartati come i capolinea dei bus. Lei non avrebbe mai avuto la forza di opporsi, sia per un timore referenziale provato nei confronti del quartetto sia a causa della sua condizione di salute. A processo ci sono anche finiti due anconetani, una 43enne e un 45enne. Per loro l’accusa è di circonvenzione di incapace. Per la Procura, avrebbero approfittato della disabilità della donna per poter spillarle qualche centinaio di euro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico