Abusi sessuali, sospesi tre dipendenti
Conerobus: il quarto è in pensione

Abusi sessuali, sospesi tre dipendenti Conerobus: il quarto è in pensione
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Mercoledì 27 Giugno 2018, 06:40
ANCONA - Sospensione dal servizio in via cautelare. In attesa dell’inizio del processo, è questa la decisione presa da Conerobus per i suoi dipendenti accusati di aver abusato sessualmente di una donna affetta da deficit psichici in un lasso di tempo compreso tra il 2012 e il 2013. In quattro, tutti tra i 55 e 62 anni, dovranno rispondere di violenza sessuale aggravata e continuata. Del gruppetto rinviato a giudizio la settimana scorsa dal gup Paola Moscaroli, tre sono dipendenti Conerobus servizio (non tutti autisti) mentre uno è andato in pensione. Per i tre imputati ancora in organico è scattata la sospensione dal servizio. 

A decretarlo è stato il consiglio di amministrazione dell’azienda presieduta da Muzio Papaveri che ha applicato una norma del regio decreto del 1931, che disciplina le sanzioni disciplinari in abito lavorativo. «Per l’azienda si tratta di un atto dovuto in attesa di ulteriori verifiche» ha fatto sapere Conerobus in una nota, diramata ieri pomeriggio, proprio a una settimana di distanza dalla notizia dell’inchiesta portata avanti dal pm Valentina Bavai.

Stando a quanto emerso dalle indagini, il quartetto avrebbe agganciato la vittima (una donna di mezza età che sarà parte civile al processo) proprio sui mezzi pubblici dell’azienda. Era l’estate del 2012. Prima sarebbe nata una conoscenza superficiale, approfondita poi dallo scambio dei numeri di cellulare. Proprio attraverso gli smartphone, gli imputati avrebbero preso appuntamento con la vittima per avere con lei appuntamenti piccanti in luoghi appartati come i capolinea dei bus. Lei non avrebbe mai avuto la forza di opporsi, sia per un timore referenziale provato nei confronti del quartetto sia a causa della sua condizione di salute. A processo ci sono anche finiti due anconetani, una 43enne e un 45enne. Per loro l’accusa è di circonvenzione di incapace. Per la Procura, avrebbero approfittato della disabilità della donna per poter spillarle qualche centinaio di euro. 
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