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JESI Era già finito al centro di un’inchiesta per violenza sessuale su minore il 33enne jesino arrestato lunedì dai carabinieri di Perugia e relegato ai domiciliari con il braccialetto elettronico con l’accusa di aver abusato di una bimba di 6 anni, in un camping umbro, dove l’uomo - così risulta agli investigatori - avrebbe lavorato per un brevissimo periodo come animatore. Le molestie risalgono allo scorso agosto. Due mesi prima della sentenza di condanna emessa dal collegio penale di Ancona.
Il verdetto
Il 5 ottobre il 33enne, ex maestro delle elementari, è stato condannato a scontare sei anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di una sua ex alunna, che all’epoca dei fatti aveva 7 anni.
Quando i carabinieri di Perugia hanno iniziato gli accertamenti sugli abusi avvenuti nel camping umbro, il processo al tribunale di Ancona era in corso. I fatti risalgono ad agosto. Come in questo caso, come avvenuto per l’episodio della scuola, la procura gli contesta di aver tenuto un atteggiamento proibito con la bambina, ospite con la famiglia del campeggio per dei giorni di vacanza. Non semplici abbracci, dicono gli investigatori, ma atti sessuali nei confronti della piccola avvenuti in un momento in cui lei e il 33enne si erano ritrovati soli. È stata la stessa bimba ad avvisare i genitori di quanto subito, innescando poi la indagini dei militari. I quali hanno trovato nel cellulare dello jesino anche file pedopornografici. Oggi è atteso l’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Perugia. In aula, il 33enne entrerà con l’avvocato difensore Stefano Migliorelli.
I disagi
La procura perugina ha identificato il 33enne come l’animatore del campeggio. Lui aveva detto ai familiari di andare in vacanza per qualche giorno al lago. «La volontà della famiglia - dice il legale - è di farlo curare immediatamente, senza aspettare che la sentenza passi in giudicato. Da una parte ne va della tutela della società, dall’altra del mio assistito». L’ex maestro, già in passato, aveva intrapreso un percorso di sostegno per far scemare i suoi disagi. Che, probabilmente, non sono mai spariti. Martedì mattina, nonostante il provvedimento dei domiciliari, il 33enne è evaso per poi tornare a casa. È stato il papà, appena accortosi della sparizione, a denunciare il fatto ai carabinieri, conscio di una situazione sempre più difficile e delicata e che probabilmente necessita di un intervento determinante dei servizi preposti.
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Corriere Adriatico