«Silenzio totale»
«Siamo rimasti esterrefatti - commenta la consigliera Micaela Vitri - di fronte al silenzio totale da parte dell’assessore alla sanità Saltamartini. Non ha saputo rispondere preferendo il rinvio anche se da rinviare, a nostro giudizio e non solo, non c’era proprio nulla. Come fa una Regione a non esprimersi di fronte ad una offerta gratuita del Comune di Fossombrone? L’automedica, peraltro attiva in altri comparti e province delle Marche - prosegue Vitri - consente l’intervento diretto del medico del 118 in caso di emergenza grave accertata dopo il primo intervento dell’ambulanza. Se è impossibile pensare che ogni ambulanza sia medicalizzata, stante anche la carenza di medici del pronto soccorso, non si capisce perché non si possa ricorrere a mezzi alternativi in grado comunque di far fronte alle necessità dell’intero territorio».
Il vicesindaco di Fossombrone Michele Chiarabilli si dice «sconcertato per quanto emerso nel consiglio regionale. La situazione in ambito sanitario nelle Marche sta precipitando e si capisce anche perché la direttrice dell’Ast Pesaro Urbino e un’altra figura apicale dell’ospedale di Pesaro abbiano preferito dimettersi dal loro incarico.
Il dibattito si allarga. Il dottor Fabrizio Valeri, presidente dell’associazione culturale di Colli al Metauro “In viaggio lungo il Metauro” e responsabile del sindacato regionale dei medici di assistenza primaria Snami sottolinea che «è fondamentale per il nostro entroterra potenziare il sistema emergenza urgenza per garantire ad ogni cittadino, ovunque abiti, risposte tempestive ed adeguate nella gestione delle patologie acute e avere l’accesso alla rete diagnostica per evitare quella scomoda e costosa mobilità passiva verso le regioni limitrofe. In questa ottica diventa indispensabile dare un’altra potenzialità all’ex ospedale di Fossombrone, visto che è baricentrico e facilmente raggiungibile da qualsiasi località dell’interno».
«Serve la chirurgia»
Prosegue Valeri: «Sarebbe opportuno riattivare a Fossombrone i piccoli interventi chirurgici che vanno ad intasare gli ospedali maggiori dove sono sempre più lunghi i tempi di intervento. Anche la medicina delle cure intermedie avrebbe bisogno di un coordinamento strutturale per permettere una cura ed assistenza programmata ed efficace. Da potenziare anche il servizio diagnostico».