A "Storie italiane" Cinzia Grimaldi, invalida col marito violento e la figlia malata: trovata la nuova casa

A "Storie italiane" di Eleonora Daniele il caso della signora Cinzia Grimaldi (Foto: da video)
A "Storie italiane" di Eleonora Daniele il caso della signora Cinzia Grimaldi (Foto: da video)
di Danilo Barbagallo
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Giovedì 18 Novembre 2021, 14:02

A “Storie italiane” di Eleonora Daniele su RaiUno continua la storia della signora Cinzia Grimaldi. La donna, che vive a Bari, ha una figlia con una malattia neurovegetativa e un marito violento, ma il 25 novembre rischia di dover lasciare la sua casa popolare.

A "Storie italiane" di Eleonora Daniele il caso della signora Cinzia Grimaldi (Foto: da video)

A "Storie italiane" il caso di Cinzia Grimaldi

Cinzia Grimaldi vive a Bari, ha una figlia con una malattia neurovegetativa e un marito violento, ma il 25 novembre rischia di dover lasciare la casa popolare e rimanere senza alloggio: «Mio marito – ha raccontato -  Ha minacciato mio figlia e me per 13 anni. L’ho denunciato e in caserma si è scatenato, ha incominciato ad insultarmi e poi a casa mi ha picchiato di fronte alla piccola, costringendomi ad andare in ospedale. La cassazione l’ha condannato a 1 anno e 8 mesi, ma lui è ancora fuori.

Io per la casa chiedo solo che vengano rispettati i miei diritti. Mia figlia ha la neurofibromatosi e non ci sono cure, non può correre e muoversi agevolmente perché ha dolori tremendi, se sale le scale le devo somministrare la tachipirina. Anche io ho problemi di salute, la situazione è terribile».

L’Assessore Vito la Coppola del comune di Bari ha assicurato che tutto andrà per il meglio: «Conosciamo bene il suo caso e la stiamo seguendo da aprile. Le abbiamo già offerto diverse soluzione. Il 25 la signora Cinzia non finirà per strada, in quando già assegnataria di una casa popolare che per qual giorno non sarà occupata ma libera e agevole. Ci sono altre due buone notizie, intanto ho parlato personalmente con i legali dei proprietari della casa della signora che mi hanno assicurato che il 25 non interverranno con forza pubblica, ma bonariamente verranno solo per ritirare le chiavi e le consentiranno di finire il trasloco per il tempo necessario. I dipendenti del comune poi hanno deciso di fare una colletta per farla risiedere in un alloggio in un B&B durante il periodo dello spostamento. A dimostrazione che dietro la burocrazia c’è anche un cuore».

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