Nella città senza nome: Natasha torna alle origini. La Stefanenko è nata a Sverdlovsk-45, un luogo segreto

Ed. Mondadori pp. 192 euro 19

Nella città senza nome: Natasha torna alle origini. La Stefanenko è nata a Sverdlovsk-45, un luogo segreto
Nella città senza nome: Natasha torna alle origini. La Stefanenko è nata a Sverdlovsk-45, un luogo segreto
di Filippo Ferretti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Maggio 2024, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 12:17

Un libro che, sotto le mentite spoglie di un thriller, finisce per raccontare la storia personale della sua autrice, permettendo al lettore di capire parecchio della sua scelta esistenziale e di scoprire le dinamiche politico-sociali dell’ex Unione Sovietica. Parliamo di “Ritorno nella città senza nome”, firmato dall’attrice e conduttrice Natasha Stefanenko, cittadina delle Marche da 30 anni, regione dove ha sposato nel 1995 l’imprenditore ed ex indossatore Luca Sabbioni e dalla cui unione è nata Sasha, oggi 24enne.

Lo zampino di Luca

E in questa operazione - un po’ letteraria, un po’ psicoanalitica – c’è molto dello zampino di questo coniuge da sempre innamorato di una donna dal passato e dal presente non comune, la cui raggiante vivacità e sensibilità ha finito per sedurlo. Natasha Stefanenko arriva a Magliano di Tenna accompagnata dal suo inseparabile consorte per parlare di questa pubblicazione ambientata nel luogo in cui è nata e cresciuta, priva di identità appunto, esistita da qualche parte in Russia ma che le mappe non registrano. Un luogo circondato dal filo spinato chiamato Sverdlovsk-45, formatosi durante la Guerra Fredda, che per ragioni militari non appariva sulle carte. «Volevo scriverlo da sempre perché parla della mia vita iniziale: all’85% è autobiografico però c’è anche un po’di fantasia per conferirgli ritmo » esordisce questa eterna, bionda ragazza, approdata in Italia dopo una laurea in ingegneria metallurgica e il trionfo ottenuto al concorso “Look of the year”. Un paese, il nostro, che l’ha subito conquistata perché improvvisamente si è ritrovata tra “gente che sorrideva”, a “persone gentili”. « Io provenivo da un luogo pieno di militari, dove solo i residenti potevano entrare.

La città era sperduta fra i boschi, vicino alla Siberia e all’inizio non ho potuto rivelare nulla neppure a mio marito» racconta di questa città oggi chiamata Lesnoj e che è ancora chiusa, anche se non lavora più con l’uranio. « Il libro rivela uno spaccato dell’Unione Sovietica di quel periodo ma che si riallaccia molto all’attualità » interviene Luca Sabbioni, attento a sottolineare che non si tratta di un lavoro politico,limitandosi a raccontare la mentalità del popolo russo. «Uscendo da quel posto c’è stata la scoperta di un mondo diversissimo, di cui non si sapeva nulla», aggiunge Natasha Stefanenko, che ha iniziato a lavorare al libro durante la sua partecipazione nel 2022 a “Pechino Express”, ultima tappa televisiva di un percorso ricchissimo sul piccolo schermo, comprendente esperienze fondamentali: da “Per tutta la vita” con Fabrizio Frizzi a “Festivalbar” con Daniele Bossari.

Il rammarico per il papà

«In Italia sono felice ma in fondo lo ero anche da ragazzina, grazie alla mia famiglia», conclude l’ex modella che di quel posto tenuto segreto per decenni, dove si lavorava alla costruzione dell’arsenale militare, ha solo il rammarico di non averle permesso di far arrivare il papà al suo matrimonio, bloccato perché allora ne conosceva i segreti militari.

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