La stretta monetaria deve ancora far sentire i suoi effetti.
E la crescita economica globale ha ancora spazio per indebolirsi. Ecco perché potrebbero arrivare tempi più duri, nei prossimi trimestri, per l’argento rispetto all’oro, ma chi saprà approfittare di questa debolezza può scommettere sul riscatto atteso nel 2025 per l’argento, quando il contesto macro-globale diventerà più favorevole per il metallo prezioso. Insieme all’oro, anche l’argento ha beneficiato in parte del rally obbligazionario di fine anno, spiega nella sua analisi Claudio Wewel di J. Safra Sarasin. Ma a differenza del metallo giallo, l’argento ha rapidamente invertito i guadagni nelle ultime settimane. In particolare, il metallo non ha ritestato i massimi del 2020 e rimane sostanzialmente al di sotto dei suoi massimi storici, appena sotto i 50 dollari per oncia troy. Date le caratteristiche molto simili (entrambi hanno una tradizione come riserva di valore), le dinamiche di prezzo dell’oro e dell’argento si sono rivelate piuttosto simili nel tempo. Ma il rapporto oro-argento, che esprime il prezzo dell’oro come multiplo dell’argento, triplicato negli ultimi dieci anni, di recente ha superato quota 90, facendo apparire l’argento ben più a buon mercato.
Cosa determina tanta divergenza? In primo luogo, l’argento viene prodotto in quantità molto maggiori rispetto all’oro, il che lo rende meno prezioso.