ANCONA L’effetto domino s’insinua nel cassonetto dell’immondizia. Le spese di gestione dei rifiuti - un'alleanza tra Anconambiente, che mette sul piatto 18milioni per la raccolta di urbani e speciali, e Comune, con 4,5 milioni - sono lievitate di 1,7 milioni. Inevitabile è il moto successivo: la tassa, collegata al servizio, cresce del 7,45%. Un aumento passato, ieri mattina, in commissione Bilancio, la Quinta, con lo schema che segue: la prima rata, quella di maggio, che corrisponde al 50% del dovuto dell’anno scorso, resterà invariata; a dicembre arriverà il conguaglio generato dalle nuove tariffe. Il sì compatto della maggioranza, contrapposto al diniego dell’opposizione, è il preludio del prossimo passaggio in Consiglio comunale, sulla cui data non v’è ancora certezza.
Il piano
Definisce il contesto dell’adeguamento dell’imposta sulla spazzatura, Giovanni Zinni. «Ogni due anni – è la voce dell’assessore al Bilancio – va aggiornato il piano economico finanziario. Con questo documento prendiamo atto anche dei dati sui rifiuti e li trasmettiamo all’Ato, l’Ambito territoriale ottimale, che a sua volta determina la tariffa che si approva». Procede di scorporo: «Dei 18 milioni con cui Anconambiente, partecipata di Palazzo del Popolo, interviene nella raccolta, 10 milioni sono destinati agli investimenti, il resto va nella gestione». Ribadisce i 4,5 milioni messi in campo dal Comune e tira le somme che compongono il costo complessivo: 22,7 milioni, a fronte dei precedenti 21.
Il calcolo
Arriva al nucleo dei rialzi, Antonio Gitto. «Le spese di gestione dei rifiuti - dettaglia il presidente di Anconambiente - sono lievitate di 1,7 milioni per via dell'adeguamento all'inflazione: nel caso di società impegnate sul fronte dell'igiene ambientale è superiore al 10%». Spiega il perché: «Viene misurato sui prezzi del 2021, che è stato l’anno boom per i rincari dell'energia». Un'altra prova che dall’effetto domino non si sfugge.