«Il mare è poi come il bacino di Suviana, solo più largo e lungo, e c'è la rena, invece che la mota, per terra». Un mare posticcio ma del cuore per Francesco Guccini, ancor più oggi quando quell'acqua invadendo la centrale, dopo un'esplosione, ha tolto la vita a degli operai. «Delle morti inaccettabili», dice il gran maestro di musica e poesia che aveva magnificato Suviana nel suo romanzo Croniche Epafaniche. La casa di Guccini è sempre a Pàvana, una manciata di chilometri e una regione più in là, ma Suviana è un luogo affettuoso che oggi però è di dolore. «Qui ho imparato a nuotare, è un luogo a cui sono profondamente legato, ci sono andato tante volte, anche da giovane, a nuotare nel lago o in canoa e ho tanti ricordi», dice ora che Suviana nelle cronache odierne lega il suo nome a disgrazia e morte.
«Sono scosso per la tragedia della centrale idroelettrica del lago di Suviana. È una tragedia indescrivibile, una ferita che mi provoca grande sofferenza - fa sapere il poeta e cantautore - Sono vicino alle famiglie delle vittime a loro esprimo le mie condoglianze.