È un artista giovane ma di enorme talento, al punto di essersi costruito una carriera in tutto il mondo grazie alle contaminazioni legate alla sua pittura. Si tratta del 32enne ascolano Ivo Cotani, un creativo poliedrico, in grado ogni volta di dare vita a progetti in cui l’arte si offre al pubblico. Essendo anche attore e scenografo, punta per ogni sua creatura sul concetto di mutevolezza e di mistero.
La relazione arte-gioco
«Credo fortemente nella relazione “arte-gioco”, con il mio stile ora naïf e leggero, ora infantile e kitch» esordisce Ivo Cotani, che da anni si muove tra le Marche e Roma, Treviso e la Spagna. Negli ultimi mesi è diventato un punto di riferimento a Riad in Arabia Saudita, luogo che lo subito accolto nell’ambito di un progetto finalizzato alla residenza di artisti internazionali e dove, a seguito dell’esposizione di sue opere, è tornato in questi giorni per mettere a punto nuove idee.
Laureatosi all’Accademia di Belle arti a Roma con specializzazione in pittura, ha successivamente approfondito i suoi studi a Madrid, certo che l’arte abbia una sede universale, protesa a mostrare mondi sempre differenti, caratterizzati da simbologie dai colori accesi. «Forse tutto ciò deriva forse da una mia reazione ai limiti dettati dalla vita in provincia, in cui sono nato e cresciuto ma dove tuttavia torno sempre volentieri perché c’è la mia famiglia d’origine», spiega l’artista, affascinato dalle diversità, dall’immaginifico. «La chiusura mi fa paura: tra i miei obiettivi c’è quello di creare un luogo dove sia possibile convivere, umanamente e professionalmente con gli altri artisti» confessa, sottolineando di essere possibilista, nel lavoro come nel vivere.
Le maschere
«Vengo dalla scena, dal luogo delle maschere tragicomiche: io devo essere il primo che non sa dove lo porti la sua ricerca estetica», aggiunge Cotani, il cui sguardo è spesso rivolto ad uno sguardo inedito verso la natura e la mitologia.
L’arte per il cambiamento
Nella sua permanenza a Riad Cotani ha potuto constatare quanto l’arte sia rilevante per creare un cambiamento in quei luoghi. E quanta partecipazione provenga in tal senso dall’universo femminile, anche lì ormai sempre più al centro della vitalità culturale. «A Riad ho cercato di dialogare con questo universo, di puntare su una ricerca laterale, per dare vita a performance in cui la pittura fosse contaminata attraverso foto, mediante sculture realizzate con tessuti di designer locali», conclude Cotani in merito a questa straordinaria esperienza, destinata a rinnovarsi, in cui lavora attraverso una mediazione tra la sua produzione e il discorso sociale, culturale e artistico del luogo.