Il giudice Di Patria verso Forlì: «Lascio Urbino con rammarico, in tribunale la situazione peggiore di sempre»

Il giudice Di Patria verso Forlì: «Lascio Urbino con rammarico, in tribunale la situazione peggiore di sempre». Nella foto, da sinistra, Giovanetti, Di Patria e Londei
Il giudice Di Patria verso Forlì: «Lascio Urbino con rammarico, in tribunale la situazione peggiore di sempre». Nella foto, da sinistra, Giovanetti, Di Patria e Londei
di Beatrice Giannotti
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Domenica 18 Febbraio 2024, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 08:52

URBINO L’associazione Urbino Capoluogo ha ospitato ieri il presidente del tribunale di Urbino, Massimo Di Patria, sul tema “Il servizio della giustizia nel nostro territorio”.

«Il rapporto della città, del Montefeltro con il tribunale è antico, fino al 1923 il tribunale aveva anche la corte d'Assise – ha sottolineato Giorgio Londei –.Dal 1941 è sempre stato a rischio di chiusura. Urbino doveva dimostrare di essere capoluogo di provincia. L’associazione Urbino Capoluogo è nata proprio per difendere il tribunale». Il presidente Londei era con il vice Ferruccio Giovanetti.

Il trasferimento

Massimo Di Patria già nominato presidente del tribunale di Forlì è in procinto di trasferirsi. «Questo è il momento di andare avanti. Sono arrivato il 26 luglio 2017 e il tribunale era in una situazione dignitosa, l’organico era in una situazione normale. Da quando è scomparso il giudice Paolo Cigliola sono iniziati anni difficili. Oggi la situazione è la peggiore che il tribunale di Urbino abbia mai avuto – spiega Di Patria –. I magistrati ci sono tutti ma il personale amministrativo è carente. Una parte del personale pur presente sulla carta non è utilizzabile per diversi motivi, mancano almeno 6 persone. Vado via con arricchimento umano ma con rammarico professionale.

Perché tenere il tribunale così significa non affrontare adeguatamente il sistema giustizia».

Il procuratore della Repubblica, secondo Di Patria, potrebbe essere nominato tra 5/6 mesi. Per il presidente del tribunale, questione di un anno una volta pubblicato il bando per il posto. Il giudice ha sottolineato come gli ultimi anni nel palazzo di giustizia di Urbino siano stati delicati, difficili, anni che hanno richiesto grande lavoro, riconosciuto dall’ispezione del 2020 che ha sottolineato come «la copertura dei posti fosse inadeguata».

I  numeri

Ma Di Patria non ha voluto parlare di numeri (anche se, per esempio, il penale di Urbino è maggiore di quello di Pesaro e lo affrontano due o tre giudici, mentre a Pesaro più di sei). Il giudice ha voluto soffermarsi su ciò «che è importante: capire le carenze e lavorare per il tribunale di Urbino. Ci siamo sempre adoperati per garantire un servizio all’altezza. La difesa del tribunale di Urbino - lo dico dall’interno - passa dalla possibilità di avere la copertura dei posti. Bisogna venire nel palazzo di giustizia di Urbino a lavorare. Nei dintorni c'è fortunatamente ancora chi resiste. La città deve recuperare l’istituzione del tribunale». Un’istituzione ora, di nuovo, con 5 magistrati ma che soffre di una grave carenza di personale amministrativo.

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