La ritirata dei bebè fa perdere residenti: ​tornano per le Marche i segnali di un inverno demografico

La ritirata dei bebè fa perdere residenti: tornano per le Marche i segnali di un inverno demografico
La ritirata dei bebè fa perdere residenti: ​tornano per le Marche i segnali di un inverno demografico
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 13 Maggio 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 15:24

ANCONA Se l’anno scorso s’era chiuso con segnali di disgelo dell’inverno demografico, con la popolazione marchigiana in risalita (+129) e un lieve incremento anche delle nascite (+0,12%), il 2024 riparte con meno slancio e ripropone i timori di una decrescita. Il primo bimestre dell’anno - l’ultimo aggiornamento disponibile nei report mensili dell’Istat sull’andamento della popolazione - fa segnare un calo dei residenti, che scendono a 1.483.867, segnando un -560 rispetto alla chiusura del 2023. E anche sul fronte delle nascite si registra una sensibile frenata, con un numero di culle (1.334) ridotto rispetto al primo bimestre del 2023 (1.441). 


Decessi e culle

Così il saldo naturale, la differenza tra decessi e nuovi nati, accusa un pesante -1.809 e a limitare danni anche in questo bimestre gennaio-febbraio provvede il bilancio favorevole dei movimenti migratorio, specie con l’estero: in due mesi gli immigrati nelle Marche sono stati 1.998, molti di più di quanti dalle Marche sono emigrati in altri Paesi (950). E questo migliaio di residenti in più, frutto del saldo migratorio che riduce l’impatto di quello naturale, dove i decessi (3.143) sono quasi due volte e mezzo le nascite. Il tema centrale resta come incentivare le nascite, non a caso tornato in auge in tutta Italia anche con l’appuntamento recente degli Stati generali della natalità. E dire che il bilancio dello scorso anno sembrava incoraggiante per la nostra Regione. Mentre l’Italia tutta intera perdeva residenti (7mila in meno di un anno prima) e faceva segnare il minimo storico di nascite per l’undicesimo anno consecutivo dal 2013 (con un -3,6% sul 2022) l’inverno demografico nelle Marche registrava un’inversione di tendenza, con saldi positivi (anche se minimi) sia nei residenti complessivi che nella natalità. 

Il bilancio 2023

Dati che emergevano dal report dell’Istat sugli indicatori demografici del 2023, anno che le Marche hanno chiuso con 1.484.427 residenti, 129 in più rispetto al 31 dicembre 2022.

E anche se le nascite (8.790) restavano praticamente la metà dei decessi (17.619) con un saldo naturale negativo di -8.892, l’anno scorso le nuove culle erano state 11 in più del 2022, con un incremento dello 0,12%. Numeri esigui, ma che proponevano comunque un cambio di segno rispetto a un declino che durava da anni e che nel 2022 (8.779 nascite, -443 sull’anno precedente) faceva segnare un calo del 4,8% su base annua, molto più sostenuto della media italiana, al -1,9%. I nuovi nati nel 2023 erano tornati a crescere nelle Marche, pur restando sotto quota 9mila, livello da allarme spopolamento per una regione dove non molti anni fa, nel periodo 2007-2010, le nascite oscillavano tra i 14mila e i 14.600 l’anno. Un problema, ovviamente, non solo marchigiano. Il numero medio di figli per donna a livello nazionale è sceso da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi di molto al minimo storico di 1,19 figli registrato nel lontano 1995. Nelle Marche siamo leggermente al di sotto (1,17 figli per donna) mentre l’età media al parto è di 32,7 anni, di poco superiore rispetto alla media nazionale (32,5). 

Fine dell’epidemia 

Nascite ridotte, ma per fortuna anche meno decessi. Dopo tre anni cupi per l’emergenza da Coronavirus, costati nelle Marche oltre seimila morti in più del normale, il dato dei decessi è rientrato nel 2023 nella media dell’ultimo quinquennio pre-Covid: 17.613 l’anno scorso nella nostra regione contro una media di 17.863 nell’ultimo quinquennio prima della pandemia. A raddrizzare il bilancio complessivo dei residenti, tornato positivo nel 2023, era stato il saldo migratorio estero (differenza tra immigrati ed emigrati) positivo di 7.992 unità. Se perdiamo residenti, consoliamoci con l’aspettativa di vita alla nascita, che nella nostra regione è superiore alla media. Siamo la terza regione in Italia per longevità media delle donne (85,9 anni, contro una media italiana di 85,2) e quarti tra gli uomini (81,8 anni, contro un dato nazionale di 81,1).

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