Sos pidocchi sulle piante: ci pensano le coccinelle. Morrovalle sfodera l’arma biologica per la disinfestazione del verde comunale

Sos pidocchi sulle piante: ci pensano le coccinelle. Morrovalle sfodera l’arma biologica per la disinfestazione del verde comunale
Sos pidocchi sulle piante: ci pensano le coccinelle. Morrovalle sfodera l’arma biologica per la disinfestazione del verde comunale
di Giulia Sancricca
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Domenica 19 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:14

MORROVALLE Una disinfestazione a impatto zero: niente pesticidi, solo la natura che fa il suo corso. È l’iniziativa messa in campo dal Comune di Morrovalle per fronteggiare i pidocchi delle piante. Dopo i buoni riscontri dello scorso anno, che avevano visto Morrovalle tra i primissimi Comuni delle Marche a seguire questa strada, l’amministrazione comunale - guidata dal sindaco Andrea Staffolani - ha scelto di riproporre anche quest’anno un intervento a impatto zero per la disinfestazione dagli afidi dei tigli del Pincio: quello affidato alle larve di coccinella.

Il principio

Il principio è molto semplice: gli insetti conosciuti soprattutto come portafortuna, allo stato larvale sono molto golosi di afidi, i tipici pidocchi che compaiono sulle foglie degli alberi e che nutrendosi di esse producono la melata, la secrezione appiccicosa che molto spesso si trova depositata sopra le auto in sosta o sulla pavimentazioni e recinzioni. Sfruttando questa voracità, si procede al lancio sulle piante di migliaia di larve di coccinella, che pian piano iniziano il loro lungo banchetto.

Il trattamento

Un trattamento che, a differenza di quello a base di prodotti chimici, non produce risultati immediati, ma che nell’arco di alcuni giorni porta comunque a eccellenti risultati. Le larve, poi, nel giro di qualche settimana, diventano adulte e riproducendosi continuano la loro opera di nutrizione a base di parassiti. La scelta della coccinella come arma da utilizzare è dovuta al fatto che si tratta di un insetto comune nel nostro ecosistema: «L’alternativa - spiega l’amministrazione - sarebbe stata quella di usarne di altri non endemiche, col rischio però di introdurre specie aliene che avrebbero potuto creare altri tipi di problematiche».

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