«Il mondo è in guerra per colpa della Rete ma leggere ci salverà»

«Il mondo è in guerra per colpa della Rete ma leggere ci salverà»
«Il mondo è in guerra per colpa della Rete ma leggere ci salverà»
di Laura Ripani
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Domenica 12 Maggio 2024, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 17:05

Se “il mezzo è il messaggio” come diceva il sociologo Marshall McLuhan, il suo erede spara a zero sulla Rete: «È antidemocratica - sentenzia - e provoca guerre». Il professor Derrick de Kerckhove è tornato nei giorni scorsi a San Benedetto, città che 20 anni fa lo vide sul palco del Palariviera insieme all’allora ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. Questa volta è stato l’Ordine dei Giornalisti delle Marche ad invitarlo, per un seminario di approfondimento dal titolo “Dallo storytelling al giornalismo conversazionale».

L’anticipazione

Il celebre docente anticipa che subito dopo l’estate uscirà un suo nuovo libro, “L’era del quantum”, ispirato alla matematica quantistica nel quale lancia un messaggio di speranza, vale a dire che «è necessario tornare alla socialità primitiva perché - sostiene - Internet e democrazia sono antinomici: le guerre sono dovute ai social media che sono stati usati bene da alcuni ma male da altri. In Rete non c’è scambio di umanità, né controllo da parte dell’uomo». Insomma, si possono trovare solo piccoli gruppi autoreferenziali - dunque autoritari - che finiscono per scontrarsi tra loro e dar luogo a conflitti sempre più ampi: addirittura il momento storico è così grave che potrebbe portare a una guerra nucleare. Ma, come detto, il sociologo è ottimista, e si avventura in una profezia presa a prestito da Giordano Bruno: «Non è la materia che crea la coscienza - afferma - ma il contrario». Dunque recuperando il pensiero critico e introducendo il principio dell’incertezza che è alla base della realtà, l’umanità potrebbe vivere un nuovo periodo di prosperità. «Il capitale congnitivo personale - altro caposaldo del suo pensiero - va riconsiderato e questo dipende dalla lettura e nessuno legge più».

La profondità

«Dobbiamo ritornare all’unità profonda - è ancora la linea tracciata dal docente - contro l’orrenda tendenza all’individualità.

Bezos, Zuckerberg e soprattutto Trump con il loro modello fondato sul denaro sono i campioni di questa deriva. Al contrario io propongo, sul modello della matematica, la teoria quantistica: ognuno di noi è interconnesso. Siamo interconnessi tra esseri umani e animali, animali e piante e ancora ogni essere vivente e no, è formato da atomi quindi alla fin dei conti in bilico, non ci sono certezze». Esseri umani di fronte al proprio destino un po’ come accadde circa 500 anni fa quando dalle sicurezze del Medioevo l’uomo entrò nel Rinascimento.

Un paragone che piace molto a de Kerckhove anche perché lo porta a parlare anche dalla libertà di stampa. «Quando la Chiesa si rese conto che il mondo stava cambiando questo avvenne anche grazie alla libertà di stampare fisicamente i testi. Servirono alcuni secoli perché anch’ella si adeguasse. Ecco anche oggi usciamo da certezze. Trentacinque anni fa scrissi che era in arrivo la cultura digitale, oggi dico che il quantum sta arrivando e cambia tutto, cambia velocemente, una lotta di velocità tra lo sviluppo e l’imbecillità umana: oggi viviamo in un disordine umano orrendo».

L’accoglienza

Il professor de Kerckhove è stato introdotto nella sua lezione ai giornalisti dal presidente dell’Ordine Franco Elisei e da Italo Tanoni, revisore dei conti. L’accoglienza e il coffee break curato dai ragazzi dell’istituto Alberghiero Buscemi di San Benedetto diretto dal professor Vincenzo Moretti è stata molto apprezzata.

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