Cresce il Pnrr gestito dalle Marche
Ora 3,6 miliardi per 5200 progetti

L’ultimo aggiornamento sui fondi europei: attivati finora 2.676.092.936 euro

Cresce il Pnrr gestito dalle Marche. Ora 3,6 miliardi per 5200 progetti
Cresce il Pnrr gestito dalle Marche. Ora 3,6 miliardi per 5200 progetti
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Maggio 2023, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 15:15

ANCONA - L’asticella si alza ancora. La mastodontica mole di risorse che da Bruxelles sta piovendo sull’Italia attraverso il canale del Piano nazionale di ripresa e resilienza nelle Marche raggiunge la cifra di 3,6 miliardi di euro.


Il balzo in avanti


Il dato aggiornato al 23 maggio segna un balzo in avanti di quasi 2 miliardi rispetto all’ultimo rendiconto illustrato dall’assessore regionale al Bilancio Goffredo Brandoni lo scorso aprile, quando durante l’evento “Opportunità europee per il rilancio delle Marche” andato in scena ad Ancona, si era parlato di 1,7 miliardi di euro per la regione. Ma dai vari ministeri i finanziamenti continuano ad arrivare nelle casse degli enti territoriali chiamati a tradurre in progetti concreti i soldi erogati dall’Unione europea. E siamo così arrivati a 3.583.190.836 euro, per essere precisi, da mettere a terra incanalandoli in 5.235 progetti. Le risorse fin qui attivate sul territorio ammontano invece a 2.676.092.936 euro per 4.934 progetti. I fondi vengono gestiti da diversi enti, ognuno per la propria parte: pubblica amministrazione (Regioni, Comuni, ecc), Università o enti di ricerca, scuole di ogni ordine e grado, aziende ospedaliere, ordini professionali e Camera di commercio. Nello specifico della Regione, invece, parliamo di un plafond - aggiornato al 23 maggio - di 252.413.313 euro per 301 progetti dei quali è soggetto attuatore. 


Il quadro generale


Nel quadro generale del Pnrr declinato sulle Marche, la fetta più grande della torta in termini di risorse se la prende la Misura 3 - quella sulle Infrastrutture e la Mobilità sostenibile (911,6 milioni di euro) - e in particolare il segmento destinato agli investimenti sulla rete ferroviaria.

Mezzo miliardo era stato previsto per alcuni tratti di raddoppio della Orte-Falconara - in questo caso il soggetto attuatore è Rfi - ma ora è in bilico perché difficilmente potrà essere rispettata la deadline del 2026 per il collaudo dell’opera. Quanto a fondi a disposizione, segue a ruota la Missione 2 sulla Rivoluzione verde e la Transizione ecologica, che nelle Marche cuba 725,14 milioni di euro: di questi, 414,38 milioni andranno alla Tutela del territorio e della Risorsa idrica e 154,54 milioni al capitolo Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile. Le altre due voci più cospicue all’interno del plafond marchigiano sono quelle per le Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (499,4 milioni di euro) e per il Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, che copre l’intero arco dagli asili nido fino all’università (444,66 milioni di euro). Dei fondi gestiti direttamente dalla Regione, invece, la fetta più grande riguarda la sanità. 

Parliamo della Missione 6, divisa in due capitoli: Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale (151,72 milioni di euro); e innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario (167,78 milioni). La parte più complessa da gestire è quella delle infrastrutture, con la realizzazione o riqualificazione di 29 Case della Comunità (48.494.000 euro), nove Ospedali di Comunità (per 23.178.983 euro) e 15 Centrali operative territoriali (5.112.939 euro).


La normativa


La normativa nazionale aveva fissato al 31 marzo la scadenza per l’approvazione di progetti idonei all’indizione delle gare per far partire i lavori. Alla data della deadline erano stati realizzati solo 18 progetti esecutivi su 53, pari al 34%, che avevano movimentato appena 4.903.825 euro su una spesa complessiva di oltre 70 milioni di euro, quindi il 6,6%. Uno dei problemi macro riscontrati ha riguardato i costi: le stime, rispetto a quelle preliminari dello scorso anno, sono aumentate del 30% a causa del caro prezzi. Una criticità non solo marchigiana, ma riscontrata un po’ dappertutto in Italia. Il punto è che, se non si rispettano i tempi serrati dettati dal Pnrr, si rischia di perdere le risorse. Tradotto: ottima cosa poter beneficiare dei 3,6 miliardi di cui sopra, ma bisogna saperli spendere.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA