Chef Profumino, la doppia vita: su Instagram cucinava pesce e su WhatsApp piazzava la cocaina. Sequestrato il ristorante

Gli investigatori per mesi hanno puntato le telecamere sull'ingresso del locale, hanno ascoltato le intercettazioni e decifrato gli affari di droga scambiati nelle chat

Chef Profumino, la doppia vita: su Instagram cucinava pesce e su WhatsApp piazzava la cocaina
Chef Profumino, la doppia vita: su Instagram cucinava pesce e su WhatsApp piazzava la cocaina
di Redazione Web
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 15:40

Spigole, branzini, salmone, granchio reale, calamari freschi e cozze. Cucinava tutto Christian Placonà, 31enne di origine Corigliano Calabro, che sui social pubblicava i piatti a base di pesce preparati nel suo ristorante Mare del Sud di Valpolicella con lo pseudonimo di Chef Profumino. Una vita apparentemente normale quella del cuoco, seguita da centinaia di follower che, però, non conoscevano alcuni aspetti del suo lavoro. Se Placonà con una mano teneva una padella, dall'altra invece gestiva uno spaccio di cocaina in un gruppo su WhatsApp.

 

Le indagini

Come riporta il Corriere della Sera, secondo i carabineri di Caprino Veronese il ristorante, gestito insieme alla moglie di 32 anni Barbara Marrazzo, non sarebbe diventato il punto di incontro non solo degli appassionati di pesce, ma anche per i clienti della Valpollicella in cerca di droga.

Gli investigatori per mesi hanno puntato le telecamere sull'ingresso del locale, hanno ascoltato le intercettazioni e decifrato le conversazioni in chat. Il gruppo su WhatsApp si chiamava Pesca e dall'analisi dei mesaggi e dall'ascolto delle intercettazioni, sarebbe emerso che al Mare del Sud gli affari non giravano soltanto sulla cucina, ma anche sulla droga. Ad esempio, capitava molto spesso che i dipendenti del locale diventassero i corrieri di Placonà. Nel gruppo chiuso di WhatsApp tutto veniva contrattato e gestito con diversi codici: le parole "musica" e "documenti" indicavano i soldi, mentre "le cose" e "le birre" venivano utilizzate per la cocaina. 

In chat, inoltre, Chef Profumino si lamentava anche dei ritardi e dei debiti con i rifornitori, in particolare con uno che era molto insistente: «Cento persone me la portano (la cocaina), nessuno mi ha mai fatto problemi come questo qua - ha scritto - ho delle scadenze da rispettare, sono indietro con l’affitto, ho dei soldi che non riesco a raccogliere, me lo vai ad acchiappare questo bastardo? Duemila euro e li prendi tu direttamente? Me lo vai a riempire di botte per piacere?».

Chi è finito in carcere

Dopo le indagini, sono 14 le persone che sono state ammanettate. Tra questi i gestori del locale, i loro vicini di casa veronesi che custodivano la droga e i camerieri del ristorante che anziché fare servizio di food delivery, secondo l’accusa, effettuavano consegne di droga a domicilio. Per il volere del tribunale di Verona, il ristorante Mare del Sud è stato sequestrato.

In carcere, dove verranno sottoposti a interrogatorio, sono detenuti Christian Placonà e i due cittadini albanesi Elvis Mema di Volta Mantovana e Koledio Melaca di Peschiera del Garda. Ai domiciliari, invece, si trovano la moglie di Placonà e altri dieci presunti complici, ovvero Andela Nikadinovic di Bussolengo, l’albanese Harallamb Pano residente a VeronaValerio Garofoli di San Pietro in Cariano, Christin Lorenzi di Mozzecane, Mauro Turolla di Verona, Orazio Magistro di Verona, Denis Pavoni di San Martino Buon AlbergoDomenico Caliendo di San Pietro Cariano, infine i vicini di casa della coppia di ristoratori, Jerrj Sancassani e Gabriella di Bernardo di Pescantina

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