Nautica, ora lo yacht di lusso naviga con i biocarburanti

Eni, multinazionale tricolore del settore energetico, accelera sui biocarburanti soluzione più fattibile per alcuni comparti della mobilità. Accordo con il gruppo Azimut-Benetti per utilizzare “HVOlution”

Nautica, ora lo yacht di lusso naviga con i biocarburanti
di Sergio Troise
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 07:38

A differenza dell’automotive, che di fronte all’emergenza ambientale ha bruciato le tappe dell’innovazione con investimenti colossali e produzioni ormai sempre più green, l’industria nautica sta entrando lentamente in un periodo di transizione che richiederà una forte cooperazione del settore a tutti i livelli.

È un processo lento e complesso, all’interno del quale si registrano tuttavia iniziative interessanti, che vedono in primo piano molti cantieri italiani impegnati su vari fronti: ibrido, full electric, idrogeno, carburanti biologici, per non dire della diffusione di pannelli solari e della ricerca sui materiali (più leggeri e riciclabili), con l’avanzata dell’alluminio, di fibre e resine innovative e di vernici non tossiche.
È in atto una vera e propria offensiva, con progetti incentrati sulla collaborazione tra cantieri produttori di barche e aziende in grado di incidere sulla sostenibilità. Tra queste ultime spiccano i produttori di energia (recentissimo l’accordo tra Riva e EnelX, di cui leggete a parte) ma non solo. In primo piano ci sono anche le aziende petrolifere, più che mai impegnate nella promozione e diffusione dei biocarburanti: un settore in crescita, che ha fatto registrare di recente un piano di collaborazione tra l’Eni, colosso della raffineria da tempo impegnato sul fronte della sostenibilità attraverso il piano Sustainable Mobility, e Azimut-Benetti, colosso della nautica mondiale (oltre 2000 dipendenti, 6 cantieri e una rete di 138 punti vendita e di assistenza in tutto il mondo) da tempo avviatosi sulla rotta dell’ecocompatibilità, anche con l’implementazione delle motorizzazioni ibride.


Da Venezia a Gela 


Ruolo decisivo, all’interno del progetto, lo rivestono le raffinerie di Venezia e Gela, che producono biocarburanti con il 100% di materie prime rinnovabili. Si chiama HVOlution (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato) il carburante biologico che segna la svolta nell’alimentazione di motori per la nautica da diporto (e non solo). È composto al 100% da HVO e viene ricavato da materie prime di scarto e residui vegetali o da olii generati da coltura non in competizione con la filiera alimentare. Tutto ciò in un modello di economia circolare applicata alla mobilità. Secondo le stime comunicate da Eni, se si considera tutta la filiera logistico-produttiva, la riduzione delle emissioni può raggiungere, grazie all’HVOlution, fino al 90% rispetto al mix fossile di riferimento. 
L’accordo tra Eni e Azimut-Benetti rientra tra i progetti che contribuiranno alla decarbonizzazione del settore dei trasporti, in linea con gli obiettivi di neutralità carbonica proiettati al 2050. Sorprendenti alcuni aspetti: nei piani dell’Eni rientra infatti anche lo sviluppo, già in atto, di una rete di agri-hub in alcuni Paesi africani, dove vengono riconvertiti i campi inutilizzati in colture e raccolti, i cui scarti vengono poi usati per la produzione del biocarburante. Recentemente, dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni, mentre a Venezia è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo è coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie entro il 2025.
Eni è in grado di offrire questo innovativo biocarburante (già disponibile per autotrazione, su veicoli dotati di motori diesel di ultima generazione) grazie all’investimento realizzato sin dal 2014 con la trasformazione delle raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie, dalla fine del 2022 classificate come palm oil free.

La tecnologia Ecofining consente, infatti, di trattare materie prime vegetali di scarto e olii non edibili per produrre biocarburante HVO, di cui Eni Sustainable Mobility è il secondo produttore in Europa.


Due propulsori man 


L’accordo di collaborazione per una nautica green tra il colosso della raffinazione e il gruppo Azimut-Benetti è stato avviato all’inizio dell’estate, con i primi test tecnici, ovvero con prove in mare di modelli prototipo. E in occasione dello Yachting Gala 2023, evento annuale che ha richiamato a Taormina oltre 600 armatori provenienti da tutto il mondo, l’azienda controllata dalla famiglia Vitelli e l’Eni hanno organizzato il primo viaggio del nuovo Magellano 60 (yacht di lusso e di design di 18,50 metri motorizzato con due MAN da 730 cavalli in grado di spingere fino a una velocità massima di 26 nodi) da Savona alla Sicilia, riempiendo i serbatoi di HVOlution. 
«Questa prima fornitura di biocarburante al settore della nautica da diporto conferma come Eni Sustainable Mobility possa accompagnare anche gli operatori del settore navale nel percorso verso la decarbonizzazione. L’accordo con il Gruppo Azimut-Benetti è un primo passo che sarà seguito nei prossimi mesi dall’ampliamento delle vendite di HVOlution anche nel settore marina», ha dichiarato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility.
«Per il nostro gruppo – ha dichiarato da parte sua Giovanna Vitelli, presidente di Azimut-Benetti – questo accordo rappresenta un concreto passo avanti nella rotta tracciata per abbattere le emissioni di CO2. Un risultato che ci consente di ampliare l’area di azione per la riduzione delle emissioni coinvolgendo la filiera e focalizzandoci sulla decarbonizzazione energetica. Attualmente – ha ricordato Vitelli – più della metà della flotta di Azimut è costituita da imbarcazioni low emission e Benetti ha realizzato il più grande yacht ibrido al mondo, oltre a vincere il premio Green yacht of the year 2022 con il 37 metri BYond». 


L’approvvigionamento


La collaborazione si svilupperà anche sul fronte della distribuzione di questi biocarburanti mirati alla salvaguardia dell’ambiente marino. Sono infatti allo studio progetti volti a sviluppare la rete di approvvigionamento per assicurare agli armatori la possibilità di effettuare rifornimenti di HVO lungo tutte le coste italiane. Il piano prevede, in una prima fase, il coinvolgimento delle marine di Viareggio e Savona (di proprietà del Gruppo Azimut-Benetti) come primo punto di approvvigionamento dedicato ai privati. Ma nei piani dell’Eni c’è l’ampliamento della rete di distribuzione, già da tempo in espansione anche a terra (l’HVO è in vendita in 50 stazioni di servizio ed è disponibile da marzo 2023 in 150 punti vendita in Italia) per soddisfare le esigenze di “alimentazione pulita” di qualsiasi veicolo dotato di motorizzazione diesel di ultima generazione.
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