Vince il Tubaldi
Le alternative non erano tantissime, dato che Mancini e Neri - cioè gli stadi di Fano e Rimini - sono stati scartati a priori per ovvie ragioni di rivalità sportiva. Stesso discorso per lo stadio del Conero di Ancona e il Recchioni di Fermo, l’opzione Barbetti di Gubbio avrebbe costretto tutti a emigrare in altra regione, seppur confinante. Qualche tifoso aveva pensato a San Marino, e all’Olimpico di Serravalle che ospita le partite internazionali della rappresentativa della Repubblica del Titano, ma l’idea non era percorribile perché si sarebbe trattato di inoltrare alla Lega Pro richiesta di un sopralluogo qualche mese fa, quando si sperava che iniziando i lavori al Benelli a maggio non si sarebbe posto il problema di cercare un altro campo. Restavano Macerata, ma l’Helvia Recina versa in condizioni tutt’altro che impeccabili, e Recanati, la cui giunta ieri ha dato l’ok per l’affitto alla Vis.
2.500 euro a gara
Il Comune di Pesaro - si è scoperto ieri - il 30 maggio scorso ha inoltrato a quello di Recanati una formale richiesta di collaborazione con la quale veniva chiesto l’utilizzo dell’impianto Tubaldi «per consentire l’iscrizione e lo svolgimento del Campionato di Lega Pro Serie C e Coppa Italia per la stagione sportiva 2023-2024, alla società Vis Pesaro per il periodo dell’esecuzione dei lavori di rifacimento del campo da gioco dello stadio Tonino Benelli di Pesaro, non avendo altri impianti cittadini adeguati al campionato in questione».
Per quanto in esilio?
Vis, dunque, a Recanati (ma l’ufficialità si avrà con l’ok della competente Questura di Macerata), ma per quante partite? A meno che la Delfino, la ditta che oggi inizierà il cantiere al Benelli, non acceleri i lavori al massimo, sicuramente per un paio di partite. Ciò anche nell’ipotesi di un inizio del campionato nella prima settimana di settembre, nel weekend del 2 e 3, cioè. Il club del presidente Mauro Bosco sicuramente chiederà di iniziare il proprio cammino in trasferta, ma anche se ciò avvenisse è presumibile che non si possa tornare nella propria tana pesarese prima almeno della terza settimana di settembre. Un disagio, quello di spostarsi di 108 chilometri a sud, sopportabile dinnanzi al fatto di avere finalmente un prato degno di tal nome, in cui poter vedere due passaggi a fila anche nei mesi invernali.