Chi volete come coach dell'ItalVolley? Mazzanti sbaraglia tutti (anche Velasco). Ma dietro al voto ci sarebbero i turchi. Ecco perché

L'allenatore di Marotta è risultato il più votato su volleynews. Solo quarto Julio Velasco (che invece è in pole position per sostituirlo)

Julio Velasco e Davide Mazzanti
Julio Velasco e Davide Mazzanti
di Gianluca Murgia
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Giovedì 28 Settembre 2023, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 17:51

Mica si chiamavano ottomani per caso. I turchi, a quanto pare, digitano sui social che è una bellezza. A piene mani. Come moderni Giannizzeri, infatti, una milizia da tastiera appassionata di volley femminile si sarebbe scatenata su "Twitter X" in difesa di Daniele Santarelli, attuale coach della Turchia campione d'Europa e già campione del Mondo nel 2022 con la Serbia, attuando una vera e propria strategia di politica estera: «Votiamo in massa per la conferma del marchigiano Davide Mazzanti come allenatore dell'Italvolley femminile, così gli italiani non ci scippano il nostro tecnico». Che poi sul concetto di "nostro" da esportazione ci sarebbe parecchio da argomentare.

Comunque, solo rumors? Il dato di fatto è che il sondaggio lanciato online (come un gioco) da volleynews sul futuro della panchina azzurra ha dato risultati - come dire? - inaspettati. Non chiedevano chi sarà il prossimo Ct ma, potendo scegliere, chi si vedeva bene in quel ruolo. Risultato? Ha stravinto Mazzanti, senza ballottaggio, con il 54,20% dei voti. Al secondo posto Daniele Santarelli (18,66%), terzo l'artefice dei successi del VakifBank Istanbul Giovanni Guidetti (17,63%) e solo quarto Julio Velasco (9,51%), il tecnico attualmente più chiacchierato per prendere il posto dell'allenatore di Marotta e per il quale lo stesso presidente federale Giuseppe Manfredi ha ammesso l'ipotesi (anche se Velasco ha smentito).

Fuoco amico?

Per capirci, facendo un parallelo calcistico, è come se i tifosi della Juve avessero votato Allegri per il dopo Allegri invece di Guardiola (se i bianconeri ne avessero la possibilità economica, ma questo è un altro discorso) e si scoprisse poi che a votare per il tecnico di Livorno fossero stati in massa quelli del City.  C'è insomma, scusate il termine forzato, del elyschleinismo in questa votazione? C'è stato, come molti maligni hanno ipotizzato in occasione del voto del segretario nazionale dem (Bonaccini sembrava favorito), un fuoco nemico infiltrato nel voto aperto a tutti? Come se poi la Federazione italiana, in questo caso, si facesse influenzare da sondaggi e tifosi. 

Da dove arrivano i voti?

Piuttosto, sarebbe interessate sapere la territorialità e il reale numero dei voti per capire se la spinta social, per trattenere Mazzanti sulla panchina dell'Italvolley femminile, arrivi e in che percentuale veramente dalla Turchia o, per dire, sia magari stata concentrata su Marotta e dintorni. Altrimenti, senza un reale contorno demoscopico che ne inquadri l'orientamento sportivo, parliamo di straw poll, sondaggi di paglia, consultazioni che hanno una utilità pari a zero o quasi, insomma di gioco.

Tutti ct e l'effetto band wagon

Il gioco in questione, però, permette alcuni ragionamenti partendo da un assioma: lo sport preferito in Italia non è il volley, né maschile né femminile, e neppure il calcio, ma bensì il salto sul carro del vincitore (il cosiddetto effetto band wagon, che se la batte solo con la repentina discesa libera da quello perdente) nel contesto di una nazione che vanta migliaia di ct.

Forse i turchi hanno interpretato il sondaggio come marketing sportivo, strumento di comunicazione per lanciare messaggi con l'obiettivo di manipolare una possibile decisione. 

Chi serviva, cosa succede

Va detto che, forse, qualcuno troppo in fretta si è dimenticato che a questa nazionale serviva un Vialli della situazione, una figura di alto livello in grado di mediare e smussare eventuali incomprensioni (vedi il caso Egonu) tra staff tecnico, squadra, singoli e dirigenza. È così facile dimenticare i risultati ottenuti da Mazzanti e il suo staff in questi anni? È così facile dimenticare l'ovazione e l'empatia che l'Italvolley di Mazzanti (e del suo staff) ha raccolto fino a poco fa in tutti i palazzetti? Nulla di strano. In Italia, al di là del valore altissimo del papabile sostituto, Julio Velasco, 72 anni a febbraio e un palmares chilometrico, si tende sempre a rifugiarsi nel passato più rassicurante. Per carità: è una scelta che avrebbe (ha) il suo perché ma non è un voler andare avanti anche in considerazione dell'incredibile ventaglio di coach italiani di altissimo livello presente oggi nel panorama mondiale. Calmi, lo sappiamo: Velasco potrebbe essere la classica scelta ponte fino alle Olimpiadi 2024 in attesa di raggiungere Santarelli che difficilmente lascerebbe le turche prima dell'appuntamento parigino. Per i social-ottomani, evidentemente, la paura c'è. E per esorcizzarla avrebbero usato un ingegno, di solito molto italico, nel tentativo di tenersi stretto il più possibile il loro made in Italy importato. Del resto nello sport i contratti sono fatti per essere stracciati come è vero che in Italia le regole (vedi il doppio incarico di Velasco, oggi tecnico dell'Uyba Volley di Busto Arsizio)  vengono spesso riviste. Senza considerare che se Velasco poi vincesse (cosa che alle Olimpiadi non gli è mai accaduto neppure con la generazione di fenomeni dell'Italvolley maschile: sarebbe una nuova sfida), i discorsi sarebbero tutti da rivedere. Volendo fare l'avvocato del diavolo ci sarebbe, infine, da valutare il messaggio parallelo: mandiamo via Mazzanti? Perfetto. Allora, vince la giocatrice? Conta di più il singolo del progetto e del Ct? E se con Velasco la situazione non dovesse migliorare che accade? Abbiamo sacrificato un coach?  Di certo siamo di fronte all'annus horribilis dei tecnici marchigiani in nazionale. Dopo Mancini (che se ne andato via da solo ma con uno strascico di chiacchiericcio polemico per nulla piacevole), ora sul patibolo c'è Mazzanti. 

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