Un'estate di trionfi, splende l'oro nelle Marche: «Qui c'è tutto per far bene, crescere e vincere»

Un'estate di trionfi, splende l'oro nelle Marche: «Qui c'è tutto per far bene, crescere e vincere»
Un'estate di trionfi, splende l'oro nelle Marche: «Qui c'è tutto per far bene, crescere e vincere»
di Peppe Gallozzi
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Martedì 1 Agosto 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:47

«Vedere tutti questi successi da parte di marchigiani è uno stimolo per ognuno di noi. Il segreto di quello che stiamo facendo è questo. Da oro nasce oro». Le parole di Simone Barontini, fresco campione italiano degli 800metri, sono la chiave di lettura più fedele per raccontare la scintillante estate dello sport marchigiano che può permettersi di guardare con ottimismo al futuro. Un futuro chiamato Parigi 2024, giusto per rimanere in tema cinque cerchi, ma non solo. Un lusso che lo sport regionale può permettersi grazie ad una stagione fin qui ricca di acuti che ha regalato gioie e medaglie, performance e prodezze. Un’estate dall’inebriante sapore di ciò che potrà essere il domani se le premesse, già di per se ottimali, saranno confermate dai protagonisti.


La scherma mondiale

La scherma sulle orme del passato.

A partire dal fioretto. Brilla l’oro nei Mondiali di Milano del dorico delle Fiamme Oro Tommaso Marini (classe 2000), cresciuto nella cantera di Jesi nel mito delle big Vezzali, Trillini e Di Francisca. Marchigiana d’azione è Alice Volpi (classe 1992) che si allena al Club Schema Jes che ha conquistato la medaglia più importante prendendosi la ribalta internazionale sotto l’occhio vigile del ct Stefano Cerioni, a proposito di Jesi e delle Marche. La ciliegina sulla torta, sempre restando alla Volpi, è rappresentata dalla conquista del fioretto a squadre (con il dream team Arianna Errigo, Martina Favaretto e Francesca Palumbo). Scusate se è poco.

Una formica atomica 

Cambia la disciplina, non il risultato. Sofia Raffaeli (classe 2004), la formica atomica di Chiaravalle, si è portata a casa la Coppa del Mondo, sempre a Milano, nella sfida All-around di ginnastica ritmica. Seconda volta consecutiva che l’atleta, della scuola Ginnastica Fabriano, si impone nel circuito mondiale. Da aggiungere al suo palmares anche altre due medaglie: oro al cerchio (con un punteggio, 35.800, passato alla storia), e argento alle clavette. La Raffaeli è orgoglio italiano ma è vanto di casa nostra.

Braccia e polmoni

Il tennis si colora di rosa, un rosa fermano. Elisabetta Cocciaretto (classe 2001) ha centrato il gradino più alto del torneo Wta250 (prima volta in carriera) di Losanna. La numero 30 nel ranking mondiale si è concessa il lusso di prendersi un’enorme rivincita dopo l’uscita qualche settimana fa da Wimbledon a cui fece seguito una profonda amarezza. Polmoni d’acciaio sono quelli del mezzofondista anconetano Simone Barontini (classe 1999). Proprio lui, l’amico di Gianmarco Tamberi forgiato all’Italico Conti come il Gimbo. Un fine settimana da leoni il suo con il titolo di campione italiano nella finale degli Assoluti sulla pista di Molfetta. Un tempo, quello di 1’44’’50, che gli vale il pass per Budapest (Mondiali, tra tre settimane) e soprattutto Parigi (Olimpiadi, tra un anno). Una menzione speciale la merita anche la napoletana, ormai trapiantata a Civitanova Marche Assunta Legnante (classe 1978) vittoriosa per la quinta volta consecutiva nel peso F11 ai Mondiali di atletica paralimpica.

Legnante e Brugnami

Dopo essere già salita sul podio a Parigi con il bronzo nel disco, la campionessa di Londra e Rio ha superato tutte le avversarie con il lancio della vittoria a 15,55, completando una cinquina da sogno che recita 2013, 2015, 2017, 2019, 2023. E a proposito di menzioni come non citare Tommaso Brugnami (classe 2006), enfant prodige cresciuto a Monte San Vito e campione dell’European Youth Olympic Festival di Maribor. Il sedicenne, plasmato alla Ginnastica Giovanile Ancona, ha vinto sei medaglie di cui 4 d’oro incluso l’All Around con 79.750. «Nelle Marche si sta bene, c’è profumo d’oro. Il clima è quello giusto per crescere, far bene e vincere». Sono parole di Elisabetta Cocciaretto. E dicono il vero. 

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