Williams regina di Roma
Ma Sara è nella storia

Williams regina di Roma Ma Sara è nella storia
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Domenica 18 Maggio 2014, 14:39 - Ultimo aggiornamento: 21:00
ROMA - Serena Williams la regina di Roma. Il colosso americano, numero uno al mondo, ha battuto Sara Errani 6-3, 6-0. Grande, commovente, eroica Sara: dopo aver superato la muraglia cinese ed espugnato la fortezza serba, la piccola Errani è stata sconfitta più dalla sfortuna che dal colosso americano, che aveva le sembianze della fortissima Serena Williams, non a caso regina del tennis mondiale. La sfortuna, nell'atto finale degli Internazionali Bnl d' Italia, è piombata addosso all'azzurra dopo 40 minuti di gioco, quando Serena era in vantaggio per 5-3 nel primo set, sotto forma di un infortunio muscolare. Una smorfia di dolore, una leggera zoppia e l'azzurra si è ritirata negli spogliatoi, per un 'medical timeout'. È ricomparsa dopo pochi minuti, con una fasciatura alla coscia sinistra, Ma non era più la stessa.



E sì che, dopo una partenza a razzo dell'americana (subito 3-0), la 27enne romagnola, con il numero 11 prima italiana del mondo, aveva iniziato a carburare: se non prendendo il sopravvento, almeno rispondendo con maggiore efficacia alle bordate dell' avversaria e costringendola di più a sbagliare. Dal rientro in campo, però, non c'è stata più partita: visibilmente sofferente e rallentata negli spostamenti, Sara cedeva la prima frazione 6-3 e la seconda a zero, in tutto un'ora e 11 minuti, regalando alla 32enne Williams il terzo titolo a Roma (secondo di fila), il 60/o in carriera. È rimasta, stoicamente, in campo - spiegherà dopo - per il pubblico («siete stati fantastici») e per non perdere la possibilità di giocare la finale del doppio, in coppia con l'amica Roberta

Vinci.



PROVA A GIOCARE LA FINALE DEL DOPPIO

MA E' COSTRETTA AL RITIRO DOPO 10 MINUTI


E, stoicamente, è scesa di nuovo in campo, ma evidentemente non era in condizioni di giocare: è stata costretta al ritiro dopo dieci minuti, e le due 'Cichis', alla terza finale consecutiva a Roma,

hanno così consegnato il titolo alla ceca Kveta Peschke e alla slovena Katarina Srebotnik. Dopo il dramma del match con la Williams, le lacrime, l'ovazione dei 10mila che gremivano il Centrale, l'affettuosa vicinanza del presidente del Coni Giovanni Malagò, l'omaggio di Serena: «Mi dispiace,

Sara, che non stai bene oggi, ma hai giocato molto bene durante il torneo. Ti aspetto al Roland Garros». E, mentre si sottoponeva alla fisioterapia per rimettersi in sesto per il doppio, la telefonata del

presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Complimenti comunque, è stata una settimana straordinaria».



Una settimana davvero straordinaria. Era dal 1950 che un'azzurra non andava in finale al Foro Italico: vi era riuscita Annelies Ulstein Bossi, tedesca di nascita ma italiana per matrimonio, vincendo poi il torneo. Nel 1985, Raffaella Reggi aveva ripetuto l'exploit, centrando finale e titolo, ma si giocava a Taranto. Il percorso verso la finale - grazie alla quale Sara ha migliorato il suo miglior risultato a Roma, la semifinale 2013 - è stato irto di ostacoli: dalla sudafricana Chanelle Scheepers alla russa Ekaterina Makarova, fino a due sue bestie nere, la ceca Petra Cetkovska e la cinese Li Na, n. 2 mondiale. Ieri, in semifinale, la serba Jelena Jankovic, n.8. "Grazie comunque, Sara", recitava uno striscione in tribuna. Per il coraggio, la bravura, la tenacia. E per essere scesa di nuovo in campo, quattr'ore dopo la sconfitta e le lacrime.



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