A Palazzo Ducale di Urbino, i lavori di riqualificazione del piano nobile, finanziati con il Pnrr, non potevano che iniziare dall’Appartamento della Jole. È il cuore della “città in forma di palazzo”, il nucleo originario, che il conte Federico affidò, nel 1444, a rinomati architetti fiorentini. «In questi mesi, nel risolvere problemi imprevisti, abbiamo fatto scoperte straordinarie, che ci fanno comprendere meglio la personalità del committente, la sua ambizione, ma anche la sensibilità».
L’entusiasmo
Luigi Gallo, il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, nell'annunciare la riapertura dell'Appartamento, non sa nascondere l’entusiasmo, davanti alle superfici di pietra scolpita che decorano camini, architravi, strombature di finestre: «Sono riaffiorate le dorature originarie, quattrocentesche.
La nuova luce, che splende in queste sale, non si deve solo all'evoluta illuminotecnica applicata, ma all'oro riaffiorato sulle pietre scolpite, e al colore dei muri: «Siamo riusciti a ripristinare, alle pareti, la pittura a calce bianca, fatta riprodurre da Pasquale Rotondi con la tecnica del '400, dopo la guerra. E poi, i nuovi telai delle finestre, che mantengono i vetri antichi, fanno entrare più luce, rispettando meglio le “lombature” delle bifore. Ma soprattutto, scompaiono gli impianti della sicurezza, che, anche grazie a tecnologia innovativa, possono essere raggruppati in un unico punto, meno invasivi alla vista». Cambia anche l’allestimento, per riservare un’intera sala alla “Flagellazione” di Piero della Francesca, «come faremo, più avanti, per la Madonna di Senigallia nell’Appartamento degli Ospiti. E poi, nel settore dedicato al Tre/Quattrocento, i polittici non saranno più addossati alle pareti, ma collocati al centro, per metterne in evidenza la monumentalità».
La grande mostra
Intanto, mentre fervono i preparativi per la riapertura dell’Appartamento della Jole, continua la preparazione della grande mostra “Federico Barocci”, che sarà inaugurata alla metà di giugno a piano terra. Sarà un evento epocale, ricco di 76 opere, tra dipinti e disegni. «Abbiamo prestiti dagli Uffizi, dalla londinese National Gallery, dal Prado di Madrid e dal Metropolitan di New York. E da Roma, torneranno qui, per la prima volta dopo la realizzazione nella bottega dell'artista urbinate, due grandi pale. Il restauro di una di queste, la Visitazione, dalla Chiesa Nuova, sta rivelando colori impensabili, che Barocci, un artista rivoluzionario, anticipatore del Barocco, otteneva usando polvere di vetro».