Urbino, le guardie ecologiche volontarie: «Ci deridono definendoci sceriffi, per noi né rispetto né rimborsi»

Urbino, le guardie ecologiche volontarie: «Ci deridono definendoci sceriffi, per noi né rispetto né rimborsi»
Urbino, le guardie ecologiche volontarie: «Ci deridono definendoci sceriffi, per noi né rispetto né rimborsi»
di Eugenio Gulini
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Domenica 14 Aprile 2024, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 12:29

URBINO - Si chiamano Guardie ecologiche volontarie e nel nostro territorio hanno un ruolo importante. Sono 18 quelle in attività e dal bilancio del loro lavoro si comprende l’importanza dell’istituzione.

I numeri

In un anno hanno effettuato 321 servizi per 963 ore di lavoro. Hanno percorso 11.376 km, controllato 20 persone elevato 13 verbali amministrativi per un importo totale di 3748,75 euro. Sono state effettuate 64 comunicazioni alle autorità competenti, di cui un ricorso ad autorità superiore (potere sostitutivo), un ricorso al Prefetto per un rifiuto di documentazione da parte di un ente territoriale, alla Corte dei Conti per annullamento di 6 verbali amministrativi, una comunicazione di danno ambientale per inquinamento acque al Ministero dell’ambiente; un sequestro di cartucce da caccia lasciate incustodite e, con la Polizia di Stato, una denuncia di reato per abbandono rifiuti da parte di una ditta. Sono stati recuperati 19 animali selvatici per il Cras, sono stati effettuati 93 servizi di controllo in aree tutelate, svolto 9 interventi di Protezione civile, 4 ore di educazione ambientale. «Tutto questo – ha sottolineato il responsabile c - è stato possibile con il solo contributo di alcuni cittadini che contano sui nostri interventi, del 5/1000, delle risorse personali e del Ministero delle politiche sociali. Abbiamo individuato 17 nuove guardie con compiti di vigilanza ecozoofila; non abbiamo avuto risposte, per la nuova nomina di 3 guardie che ai sensi di una recente circolare del ministero dell’interno deve essere effettuata nelle prefetture di residenza pur essendo domiciliati nella nostra Provincia. Tra le difficoltà incontrate – continua Dini - quella più evidente è l’assunzione di informazioni, presso alcune amministrazioni preposte, o che detengono la documentazione. Per questo stiamo usando anche la legge sull’accesso amministrativo, nonché il decreto sulle informazioni ambientali, ma nonostante questi richiami, gli atti ci vengono negati, trattandoci a volte, peggio che un qualsiasi cittadino. «Le comunicazioni di reato, per rifiuto di atti d’ufficio, si son rilevate inefficaci, in quanto puntualmente archiviate. Abbiamo avuto l’assegnazione da parte della Regione Marche di un’auto Fiat Panda 4x4, da riparare e poi formalizzare il passaggio di proprietà, nonché l’assegnazione di un contributo da parte della Protezione civile regionale per l’acquisto di un pick-up, 4x4, di 5 posti e pianale di carico.

«La diffidenza

Eppure alcuni consiglieri regionali ci hanno definiti sceriffi, per denigrare il lavoro svolto, senza valutare le possibili conseguenze per noi, in caso di omissioni di ufficio e l’attività svolta a tutela del territorio.

Inoltre dalla Regione non ci arriva nessun rimborso benzina mentre ha stanziato solo 30mila euro per la Provincia destinati alla formazione delle guardie volontarie, ma che l’ente di via Gramsci non è più in grado di farla».

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