Il creator Morello in “Non è un concerto” al Vaccaj di Tolentino: «Racconto i più piccoli e le loro storie»

Il creator Morello in “Non è un concerto” al Vaccaj di Tolentino: «Racconto i più piccoli e le loro storie»
Il creator Morello in “Non è un concerto” al Vaccaj di Tolentino: «Racconto i più piccoli e le loro storie»
di Chiara Morini
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Venerdì 1 Dicembre 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 07:25

TOLENTINO - Sarà una doppia data zero, in esclusiva per le Marche, lo spettacolo dell’artista e creator torinese Pietro Morello. “Non è un concerto”, questo il titolo, sarà in scena oggi e domani, alle ore 21, al Teatro Vaccaj di Tolentino. Inizialmente previsto per sabato 2 dicembre, visto il successo e il sold out in breve tempo della prima data di Morello, attivo e seguitissimo sui social, è stata aggiunta la data di oggi. 
Pietro Morello un grande successo già alla vigilia dell’inzio del tour… 
«Sì, è una cosa bellissima, la gente vuol venire a Tolentino». 

Se “Non è un concerto”, allora lo spettacolo cos’è? 
«Vorrei dire che è stato divertente cercare il titolo adatto.

Si tratta di storie sconnesse, di storie che parlano di tutti quei bimbi che mi hanno anche trasmesso il loro linguaggio, non edulcorato però, bensì schietto. Vede, raccontare dei bambini, delle loro storie, le loro frasi, le loro riflessioni, mi fa rivivere quell’emozione che profuma di teatro. Non vedevo l’ora di essere su un palcoscenico, in teatro, con la musica e con queste storie dei bambini, che per me è come se li avessi lì per mano. Quanto alla musica, vorrei dire che mi ha aiutato davvero molto». 

Cos’è, quindi, la musica per lei?
«La musica mi ha aiutato a uscire dal bullismo, per questo è molto importante per me».

Come si può affrontare il bullismo?
«Si cerca di trovare una passione, come andare a cavallo o suonare o qualunque altra cosa che dà sicurezza. Poi si cambia ambiente. A me non le dissero queste cose, ma mi sento di dare questi consigli».

Tornando allo spettacolo, di cosa si parlerà? 
«Di guerra, di ospedali, sempre con i bimbi, di come essere felici in posti anche brutti».

Il suo motto è “la felicità è una scelta”, ma lei ha una ricetta per la felicità?
«La ricetta non c’è, essere felici è una scelta. Si deve bilanciare nella vita, le cose negative vanno guardate, se qualcosa ci rattrista si può urlarla ad alta voce, affrontarla per invertire le energie. Bisogna acquisire consapevolezza e capire se si vuole essere felici».

Che strumenti suona a parte il piano? 
«Il piano ovvio è il mio strumento e mi accompagnerà sul palco. In generale altri strumenti come chitarra, sax. Ho una casa che sembra un museo, con tutti gli strumenti musicali che ho preso girando il mondo. Non saranno in scena perché non volevamo dare l’impressione di essere “fieristici”. A teatro portiamo un messaggio».

Quale obiettivo, quindi, a teatro?
«I social sono belli, produco intrattenimento. Ma bisogna anche passare il messaggio e per farlo, qui in questo tour a teatro, ho deciso di mettere da parte l’aspetto ludico».

A proposito di messaggi, quindi, quali tematiche affronta?
«In tutto lo spettacolo parlo di viaggi, di guerra, di povertà. Sempre guardando e pensando ai bambini».

Lei viaggia per missioni umanitarie, cosa le danno queste esperienze?
«Per me è come essere a casa mia, ci sono i bambini, e questo dà forza. Certo dal punto di vista emozionale la guerra è un po’ pesante per quanto riguarda le emozioni. Quando faccio questi viaggi sto bene, c’è sempre molto di casa per me». 

Morello, come si vede nel futuro? 
«Mi vedo felice. Non smetterò mai di viaggiare, farò sempre delle missioni umanitarie». 

Un saluto al pubblico marchigiano che la sta aspettando?
«Sono felicissimo di esserci, sento di essere molto bene accolto e sento quasi i vostri abbracci».

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