Le canzoni che hanno emozionato e accompagnato generazioni di persone e che rappresentano un classico della musica soul rivivono oggi, alle ore 17, grazie a “The best of Stevie Wonder & Ray Charles” in prima nazionale al Teatro La Fenice di Senigallia.
I protagonisti
Due grandi artisti di fama mondiale, entrambi non vedenti, saranno proposti, per la prima volta, in chiave strumentale: i brani più rappresentativi dei due “giganti” della musica di tutti i tempi ri-ascoltati grazie agli arrangiamenti straordinari scritti da Massimo Morganti per una grande orchestra composta da 23 musicisti che comprende strumenti ad arco, ritmica di pianoforte, basso elettrico e batteria. Due i solisti: Federico Mondelci (nato a Ostra Vetere, vive a Senigallia) e Massimo Morganti (di Fossombrone) rispettivamente al sax e al trombone. Un mix tra il suono dell’orchestra classica e quella pop, come racconta Federico Mondelci, anche direttore artistico della rassegna Senigallia Concerti: «Il progetto è in realtà nato in Armenia, a Jerevan, realtà con cui collaboro da anni, dove a maggio ha avuto un successo strepitoso. Cosa che è avvenuta anche qui, visto che i biglietti sono andati sold out. Nella mia attività personale di musicista e solista, collaboro da anni con tanti teatri: in Armenia hanno particolarmente apprezzato sia il mio modo di interpretare Komitas, loro compositore, che Charles Aznavour, da loro una sorta di eroe nazionale».
L’idea pazza
Un’idea che sembrava folle «quella di scegliere Ray Charles e Stevie Wonder, ma ho coinvolto un musicista come Massimo Morganti, grande arrangiatore e sempre sul confine tra jazz e classica.
Il pubblico cross over
Insomma un concerto che mette insieme gli amanti della musica classica e del jazz. «Oserei dire - afferma sempre Mondelci - che il pubblico diventa un cross over a sua volta. Occorre considerare che è solo una questione di tempo storico: Rachmaninov quando è arrivato in Italia fu non solo criticato, ma considerato un musicista di serie B. Lo stesso Sostacovic, uno dei massimi compositori russi, era stato considerato un epigono, uno che si rifà a schemi superati. Occorre quindi superare quelle barriere che schematizzano la musica: oggi un brano pop può essere orchestrato, ripensato e valorizzato in ambito classico. Non sarà mai Beethoven, ma l’orchestra può dare nuove possibilità di ascolto». Musica dell’anima non a caso quindi: «Sia Stevie Wonder che Ray Charles sono stati riproposti in forma di cover in diverse salse, ma solo dal punto di vista orchestrale, che sappia io, mai. Quindi credo che sarà davvero un modo unico e originale di riascoltarli». Info: 0717930842.