“The best di Wonder e Charles”, alla Fenice di Senigallia la prima nazionale con Mondelci e Morganti

Federico Mondelci
Federico Mondelci
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 18 Febbraio 2024, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 12:17

Le canzoni che hanno emozionato e accompagnato generazioni di persone e che rappresentano un classico della musica soul rivivono oggi, alle ore 17, grazie a “The best of Stevie Wonder & Ray Charles” in prima nazionale al Teatro La Fenice di Senigallia.

I protagonisti

Due grandi artisti di fama mondiale, entrambi non vedenti, saranno proposti, per la prima volta, in chiave strumentale: i brani più rappresentativi dei due “giganti” della musica di tutti i tempi ri-ascoltati grazie agli arrangiamenti straordinari scritti da Massimo Morganti per una grande orchestra composta da 23 musicisti che comprende strumenti ad arco, ritmica di pianoforte, basso elettrico e batteria. Due i solisti: Federico Mondelci (nato a Ostra Vetere, vive a Senigallia) e Massimo Morganti (di Fossombrone) rispettivamente al sax e al trombone. Un mix tra il suono dell’orchestra classica e quella pop, come racconta Federico Mondelci, anche direttore artistico della rassegna Senigallia Concerti: «Il progetto è in realtà nato in Armenia, a Jerevan, realtà con cui collaboro da anni, dove a maggio ha avuto un successo strepitoso. Cosa che è avvenuta anche qui, visto che i biglietti sono andati sold out. Nella mia attività personale di musicista e solista, collaboro da anni con tanti teatri: in Armenia hanno particolarmente apprezzato sia il mio modo di interpretare Komitas, loro compositore, che Charles Aznavour, da loro una sorta di eroe nazionale».

L’idea pazza

Un’idea che sembrava folle «quella di scegliere Ray Charles e Stevie Wonder, ma ho coinvolto un musicista come Massimo Morganti, grande arrangiatore e sempre sul confine tra jazz e classica.

Ne è uscito un progetto apprezzabile da un pubblico trasversale di giovani fino a 80 anni. Abbiamo scelto i brani più belli di entrambi, dandogli una connotazione orchestrale con due voci soliste come il sax e il trombone. Morganti ha giocato molto sul fil rouge tra pop e jazz per alcuni brani, mentre altri sono rimasti nella versione originale». Un’operazione innovativa «e molto creativa sul piano dell’orchestrazione: se chiudete gli occhi sembra quasi di sentire anche le voci, anche se non ci sono. E devo ringraziare l’Orchestra delle Muse, giovani davvero bravissimi».

Il pubblico cross over

Insomma un concerto che mette insieme gli amanti della musica classica e del jazz. «Oserei dire - afferma sempre Mondelci - che il pubblico diventa un cross over a sua volta. Occorre considerare che è solo una questione di tempo storico: Rachmaninov quando è arrivato in Italia fu non solo criticato, ma considerato un musicista di serie B. Lo stesso Sostacovic, uno dei massimi compositori russi, era stato considerato un epigono, uno che si rifà a schemi superati. Occorre quindi superare quelle barriere che schematizzano la musica: oggi un brano pop può essere orchestrato, ripensato e valorizzato in ambito classico. Non sarà mai Beethoven, ma l’orchestra può dare nuove possibilità di ascolto». Musica dell’anima non a caso quindi: «Sia Stevie Wonder che Ray Charles sono stati riproposti in forma di cover in diverse salse, ma solo dal punto di vista orchestrale, che sappia io, mai. Quindi credo che sarà davvero un modo unico e originale di riascoltarli». Info: 0717930842.

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