Gravina sul palco con “Testimone d’accusa”: «Vesto i panni di Romaine, dark lady e femme fatale»

Gravina sul palco con “Testimone d’accusa”: «Vesto i panni di Romaine, dark lady e femme fatale»
Gravina sul palco con “Testimone d’accusa”: «Vesto i panni di Romaine, dark lady e femme fatale»
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Domenica 12 Febbraio 2023, 01:10

MONTEGIORGIO - Ci sarà Vanessa Gravina, nel ruolo di Romaine, nella rappresentazione del dramma giudiziario “Testimone d’accusa”, scritto da Agatha Christie, con adattamento e traduzione italiana di Edoardo Erba, per la regia di Geppy Gleijeses. Lo spettacolo sarà in scena alle 21 di oggi, domenica 12 febbraio, al Teatro Alaleona di Montegiorgio, nell’ambito della stagione di prosa.

Vanessa Gravina, com’è stato lavorare a questo spettacolo, dopo che al cinema il ruolo di Romaine fu di Marlene Dietrich?
«Sostanzialmente tutti noi abbiamo fatto un distinguo dall’opera cinematografica, anche perché l’opera teatrale originaria è priva di orpelli rispetto al cinema. Questa storia è la prima volta che viene messa in scena a teatro in Italia. Nel film Tyrone Power e la Dietrich sono stati esempi di attori titanici, appartenenti a un mondo cinematografico lontano. Il nostro spettacolo sta riscuotendo un buon successo, e devo dire anche non senza sorpresa. Abbiamo un po’ rischiato, questa non è una delle storie classiche che ti fanno avere una platea distesa e pronta. Come il film è ben riuscito».

Come l’avete adattato?
«Fedelmente al dramma di Agatha Christie. Ovviamente facendo qualche piccolo taglio, perché altrimenti sarebbe stato troppo lungo. Abbiamo comunque dato un ritmo serrato allo spettatore, che non si annoia mai, non ci sono interruzioni e la storia è molto incalzante».

Com’è la sua Romaine?
«Non è la mia, ma quella della Christie. È un personaggio che incarna la figura della dark lady, della femme fatale, enigmatica, che fa di tutto per arrivare a vincere il suo gioco. Un personaggio geniale, da brividi, che riassume in sé molte personalità e personaggi». 

Rispetto ad Adelaide, ne “Il paradiso delle signore”? 
«Adelaide è solo una contessa, anche se a tinte forti».

Un personaggio più lineare, quindi?
«Non so com’è ma mi capitano sempre personaggi, direi “poco normali”, mi capitano dei gran “soggettoni”, mi succede di interpretare forti personalità, personaggi spiazzanti.

Il pubblico a volte pensa di volersi divertire, ma va turbato, turbato, turbato».

Come? 
«Un po’ come facciamo con questa storia, siamo molto più bravi di quello che ha devastato il palco dell’Ariston. Ma se quello deve essere il turbamento del pubblico non ci voglio stare. Esempi come quello sono terribili, non ci sono scuse, nemmeno con il politically correct». 

Il politically correct rovina?
«Niente politically correct, ovvio. Riferendomi all’esempio di prima, vanno bene le scuse, ha esagerato, ma vorrei dire che se Memo Remigi è stato radiato, questo?». 

C’è qualcosa che non ha ancora fatto ma vorrebbe?
«Intanto vorrei essere una Vanessa che ha più tempo per sé. Per il resto mi tolgo quasi tutti gli sfizi. Ho dei grandi progetti teatrali, e per una volta vorrei sorprendere con ruoli banali, semplici, vorrei sorprendere interpretando la donna della porta accanto. Non una donna che segue il politically correct, no, piuttosto vorrei stupire con una donna che vive la vita di tutti i giorni».

Vanessa Gravina e le Marche?
«Da dove comincio? Ci sono tante cose, il Conero, un luogo meraviglioso. Da voi c’è davvero una bellezza verace, c’è cultura, siete la regione dei teatri, c’è una grande tradizione di moda. Ho un sogno che potrei definire uno dei grandi obiettivi di vita, quando non sopporterò più Roma: venire a viverci. E la gente la rende una regione davvero molto generosa».

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