Scoprire le Marche attraverso l’arte, la cucina, la natura e non solo. Un viaggio tra le pagine di “Le cento città”, la storica rivista di divulgazione culturale e artistica, che ora dalle biblioteche è arrivata anche in tutte le librerie grazie all’impegno dell’omonima associazione.
Un lavoro ambizioso e controtendenza perché, dopo quasi trent’anni, i promotori della rivista - dichiarata dal Ministero della Cultura di «interesse storico particolarmente importante» - hanno deciso di sfidare l’online proponendosi sul mercato attraverso Seri editore, casa editrice di Macerata che stampa e distribuisce, ogni mese, le oltre cento pagine dedicate alle Marche. Cento pagine che ieri pomeriggio sono state presentate a Roma, nel Salone del Pio Sodalizio dei Piceni.
Un evento al quale hanno partecipato marchigiani e non. Giovani e meno giovani, ma tutti legati da un sentimento comune: l’amore per le Marche, «una regione che va valorizzata», come ha ricordato Rosanna Vaudetti, consigliere del Pio sodalizio dei Piceni, salutando i presenti e aprendo il dibattito. La presentazione della rivista, infatti, è stata anche l’occasione per un momento di confronto sulle potenzialità della regione e sulle sfide future, analizzate attraverso molti temi. Tra i tanti, la proclamazione di Pesaro a Capitale italiana della cultura 2024 e la ricostruzione post sisma. Ed è proprio sulla ricostruzione che è intervenuto, con un video messaggio, il senatore Guido Castelli, Commissario straordinario per la ricostruzione.
La ricostruzione
«Come governo - ha detto - abbiamo ribadito che non ha senso ricostruire case e scuole senza rivitalizzare dal punto di vista sociale e culturale i territori distrutti dal sisma del 2016 e del 2017».
Pesaro capitale della cultura
Un concetto ribadito anche nel focus sulla città di Pesaro al quale sono dedicati due numeri della rivista: quello di aprile e quello di maggio. «Abbiamo deciso di fare ben due numeri - ha spiegato Franco Elisei, Presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche e direttore responsabile della rivista - per valorizzare e ricordare tutti i protagonisti della cultura pesarese. Quelli passati e quelli presenti perché se la città è stata proclamata capitale della cultura è anche grazie a loro». E non solo. «Nei due numeri ricordiamo poi tutte le iniziative e le attività che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo, come, ad esempio, il Rossini Opera Festival», ha concluso il presidente ricordando anche «l’elevato numero di teatri che ci sono in provincia». Luoghi di aggregazione e di cultura che da sempre contribuiscono a far conoscere le Marche nel mondo.