Si avvicinano i giorni di Rossini
Dal 10 agosto a Pesaro torna il Rof

Gioacchino Rossini
Gioacchino Rossini
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Martedì 4 Agosto 2015, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 19:43
​PESARO - Il Rossini Opera Festival, giunto alla sua 36° edizione, è alle porte. L'apertura di quest'anno (il 10 agosto all'Adriatic Arena, poi le repliche) è un ritorno all'insegna della "semi-serietà", di quella "Gazza ladra" nell'edizione 2007 con la regia di Damiano Michieletto a cui è stato conferito il "Premio Abbiati" della critica. Segue il giorno successivo (al Teatro Rossini) la riproposta, ma in nuova produzione (regia di Marco Carniti), de "La gazzetta", dramma giocoso per musica (riferibile al genere buffo) che nell'ormai lontano 2001 trovò un esilarante corrispettivo scenico nell'irresistibile verve motoria, sesquipedale e giullaresca di Dario Fo, regista al tempo dello spettacolo. Mercoledì 12 è la volta della farsa in un atto "L'inganno felice" (ancora al Teatro Rossini), che si rifà alla produzione del 1994 con la regia di Graham Vick. L'indirizzo "melodrammatico" viene integrato con un pacchetto in musica di stimolante respiro, certamente con riguardo alla ricca offerta collaterale, tra le altre iniziative, del Festival Giovane che si sostanzia, dopo la già realizzata Accademia Rossiniana, nel sempre gradito recupero del titolo"cult" della lunga storia festivaliera, ovvero di quel "Viaggio a Reims" affidato agli interpreti della succitata Accademia, quasi a volerne giustamente prolungarne il ricordo (peraltro indelebile) a futura memoria; quindi ai "concerti di belcanto" (all'Auditorium Pedrotti) con solisti di fama, o agli stessi, reiterati "Péchés de vieillesse"(Peccati di vecchiaia), alla Rocca Costanza (15 agosto) a cura dell'Ente Concerti di Pesaro, cioè a dire quei piccoli gioielli in tredici album risalenti ai cosiddetti "anni di silenzio" del nostro compositore, raccolti in una sorta di maratona strumentale e vocale rossiniana giunta quest'anno alla settima e ultima sessione; ma soprattutto con attinenza specifica da un lato alla "Messa di Gloria" per soli, coro e orchestra, accompagnata a seguire dalla Cantata "Il pianto d'Armonia sulla morte di Orfeo" e dalla Scena lirica "La morte di Didone" (15 e 18 agosto al "Rossini"), dall'altro a quello "Stabat Mater" che rappresenta da sempre una pietra miliare dello splendido esercizio rossiniano sui sentieri del sacro, e che viene proposto a chiusura del Festival il 22 di agosto, sempre al "Rossini".

E se nella "Messa" figura, tra le altre, una stella vocale del calibro di Juan Diego Flórez, nello "Stabat" l'evidenza di spicco è quella del direttore, di Michele Mariotti, una sicurezza per il benessere della partitura, in questo caso di Rossini.

Resta da dire della configurazione dei cast artistici per le tre opere in programma (oltreché evidentemente per le due proposte "sacre"): al riguardo le compagnie di canto sono sulla carta di sicura affidabilità, nella tradizione del Rof. L'orchestra impegnata è innanzitutto quella del Teatro Comunale di Bologna (insieme con il Coro), che da anni ha acquisito per Rossini una comunione di amorosi sensi musicali e che è "in buca" sia per "La gazza ladra" (direttore Donato Renzetti), sia per "La gazzetta" (direttore Enrique Mazzola); per "L'inganno felice" c'è invece la valida Orchestra Sinfonica G.Rossini guidata sul podio da Denis Vlasenko.
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