Ramy Essam con i suoi canti di rivoluzione raconta le sofferenze di un popolo al Pergolesi di Jesi

Ramy Essam con i suoi canti di rivoluzione raconta le sofferenze di un popolo al Pergolesi di Jesi
Ramy Essam con i suoi canti di rivoluzione raconta le sofferenze di un popolo al Pergolesi di Jesi
di Saverio Spadavecchia
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Martedì 14 Febbraio 2023, 03:30

JESI - La musica per raccontare le sofferenze di un popolo, per raccontare la protesta e la voglia di libertà da qualsiasi regime. La voce e le canzoni di Ramy Essam protagoniste al Teatro Pergolesi di Jesi per un canto di rivoluzione e di rinascita. Alle 21 di questa sera in esclusiva regionale “Ramy. The voice of Revolution” di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani (Babilonia Teatri).


Le parole cardine

«Le parole libertà, diritti e giustizia sono le parole cardine di questo spettacolo – spiega uno degli autori, Enrico Castellani – e a queste tre parole aggiungerei anche “rivoluzione” perché il suo percorso parte proprio dal suo essere attivista e musicista in piazza durante i giorni della primavera araba egiziana». La storia dell’egiziano Ramy Essam inizia proprio nel 2011, nei giorni di piazza Tahrir e della primavera araba. In quelle ore c’era anche lui che cantava per Khalid Said, per tutti i Khalid Said (la sua morte a causa di due poliziotti scatenò l’ondata che poi portò alla destituzione dell’allora presidente Mubarak) che prima e dopo hanno subito la stessa sorte. Ramy cantava per destituire Mubarak e, ad oggi, non ha mai smesso di cantare contro i regimi che si sono susseguiti in Egitto. «La musica di Ramy Essam chiede libertà, giustizia, possibilità di esprimere il proprio pensiero e le proprie idee – prosegue Castellani –. Sono cose e parole di cui noi, ora, magari ignoriamo il significato ma che anche a poca distanza da noi, anche oggi, hanno un significato particolare.

Sono canzoni in arabo, con traduzione, ma che arrivano nonostante la barriera linguistica alla pancia e alla testa delle persone». Parole, note ed impegno che hanno segnato la vita del giovane musicista ed attivista egiziano. Dal 2014 Ramy infatti vive in esilio, non può più mettere piede in Egitto, sulla sua testa pende un mandato di cattura per terrorismo. Nel mandato di cattura non si fa alcun riferimento alla sua arte e ai contenuti delle sue canzoni. Esilio pesante, a tratti insostenibile, ma che non ha minato la determinazione di Essam. Forte, fortissimo, il desiderio di poter ritrovare un Egitto da quello lasciato e ricordato nei versi delle sue canzoni. Le canzoni di Ramy, in Egitto e non solo, le conoscono tutti, i suoi video arrivano ad avere 10 milioni di visualizzazioni, ma lui, per la sua gente, non può cantare.

La determinazione

«Mancare dalla propria terra da così tanto tempo unisce rabbia e nostalgia – conclude Castellani – ma nonostante tutto in Essam c’è una la determinazione di non voler mai piegare la testa. C’è la speranza nel domani, in qualcosa di diverso, perché l’Egitto non è chi lo governa oggi, ed è questo che verrà raccontato durante questo spettacolo». Al termine dello spettacolo il pubblico sarà invitato a restare ancora in teatro per l’incontro-conversazione con i protagonisti dello spettacolo a cura di Pierfrancesco Giannangeli, docente, giornalista e consulente della Fondazione Pergolesi Spontini per la formazione del pubblico.

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