«Il jazz italiano ha una propria identità e non è più solo quella musica che viene dall’America». Lo afferma la cantante romana Ada Montellanico, presidente della Federazione nazionale Il Jazz Italiano, che si esibirà domani, venerdì 5 aprile, alle ore 21 al Cotton Jazz Club di Ascoli Piceno con il suo ultimo lavoro intitolato “Canto Proibito”, uscito lo scorso 23 febbraio per Giotto/Egea Music.
Il progetto
In questo nuovo progetto discografico, il dodicesimo come leader, Montellanico esplora il repertorio seicentesco, cantandone l’irriverenza, l’ironia e la sensualità, e riportandone alla luce la modernità e la vivacità culturale. È il periodo in cui nasce la monodia, viene aperto il primo teatro pubblico e i castrati sono star strapagate. “Canto Proibito” vuole narrare questo periodo storico attraverso le composizioni degli autori più rappresentativi: Handel, Scarlatti, Caldara, Cesti, Carissimi, Cavalli, Francesca Caccini e Barbara Strozzi. L’epoca di Canto Proibito segna il riscatto della donna, che inizia ad affacciarsi sulla scena culturale. E questo è stato un altro stimolo per Ada Montellanico: «È un periodo di grande lotta per le donne. Barbara Strozzi è il simbolo dell’indipendenza. Il brano che ho scelto “Che si può fare?” è una domanda che la compositrice pone affinché le donne possano realizzarsi». La stessa Montellanico sostiene come il jazz sia una musica molto maschile, soprattutto se si guarda la sua storia e i musicisti più influenti: «Per molti anni le donne sono state solo cantanti e nonostante oggi la situazione sia cambiata ci sono ancora molte barriere da rompere».
Il disco
Il disco è nato da un’idea progettuale e non è la somma di singoli brani incisi uno dopo l’altro. «Questo lavoro nasce prima di tutto dalla passione per la musica di quell’epoca.
Il gruppo piano-less
Nel gruppo piano-less che si esibirà al Cotton Club, oltre alla leader e al trombettista Falzone, ci saranno Filippo Vignato al trombone, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Ermanno Baron alla batteria. «C’era il rischio di cadere nello swing e nella banalità e quindi abbiamo riscritto i brani. Perché una band senza pianoforte? Perché il pianoforte ti mette in un’area e lì sarei stata stretta. Così invece mi sento più libera di esprimermi» precisa la cantante romana che ha un rapporto speciale con le Marche. «Una regione a cui devo gli inizi della mia carriera» spiega Montellanico che ricorda come sia stata scoperta da Massimo Tarabelli di Ancona Jazz. E come il suo primo disco fu inciso per la Philology Records di Paolo Piangerelli. «Quello di Ascoli Piceno sarà il secondo concerto dall’uscita del disco. Sono davvero molto contenta di esibirmi ad Ascoli perché sono molto affezionata al Cotton Club. Sergio D’Auria è stato un grande visionario che ha creato questo club oltre 30 anni fa».