Carlotta Proietti cura la versione italiana di Pippi Calzelunghe domani e giovedì a Fermo. Sul palco anche il presidente del Consiglio Comunale Francesco Trasatti

Carlotta Proietti cura la versione italiana di Pippi Calzelunghe domani e giovedì a Fermo
Carlotta Proietti cura la versione italiana di Pippi Calzelunghe domani e giovedì a Fermo
di Chiara Morini
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Martedì 19 Dicembre 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 13:29

Una bambina uscita dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren e poi divenuta protagonista in carne e ossa nella serie televisiva del 1969: Pippi Calzelunghe approda sui palcoscenici italiani dopo il lancio della nuova edizione del musical avvenuta lo scorso anno. Sarà in scena al Teatro dell’Aquila di Fermo domani, mercoledì 20 dicembre, alle ore 21 e giovedì, 21 dicembre, in doppia recita alle 17 e alle 21. La versione italiana del musical svedese, voluta e realizzata già 13 anni fa da Gigi Proietti, è stata curata dalla moglie Sagitta Alter e dalla figlia Carlotta Proietti, e nell’attuale nuova versione vede in scena il presidente del consiglio comunale della città di Fermo, Francesco Trasatti.

Carlotta Proietti, come si lavora con Trasatti?

«Proprio recentemente ho avuto l’occasione di fargli i complimenti come attore. Ha un bello spirito, crede nella professione attoriale, lui si dedica completamente a ogni cosa che fa. É un ottimo compagno di squadra».

In questa nuova versione del musical è un po' come se realizzaste un sogno di suo padre Gigi...

«Se ne parlava spesso, è vero, c’era questa ipotesi. É un progetto a cui tutti in famiglia siamo molto legati, io e mia madre l’abbiamo tradotto in origine, mia sorella ha curato i costumi. C’erano da fare molte cose, ma poi a un certo punto abbiamo deciso di fare questa follia e l’abbiamo riportato in scena. Abbiamo rifatto il cast, tranne Francesco, che in questa versione veste i panni dello stesso personaggio».

Suo padre amava molto Pippi e il cavallo, come li rendete in questa edizione?

«Lo spettacolo è uguale a quello di allora, come dicevo con un cast nuovo, a parte Francesco. L’originale da cui tutto è nato è il musical svedese con l’impronta messa da mio padre naturalmente, la regia ancora affidata a Fabrizio Angelini con l’assistenza di Gianfranco Vergoni.

Abbiamo mantenuto la cura della recitazione come piaceva e voleva papà, che a volte arrivava e aggiungeva dettagli. Il cavallo sarà enorme, un grande colpo di scena. E anche la figura di Pippi sarà bella».

Una storia che ha un bel messaggio per i bimbi con il Natale alle porte, quindi?

«Sì, una storia intelligente all’origine, ma i bimbi ne traggono una semplice morale, quella di una bimba che vuole responsabilità».

Il ricordo più bello di suo padre Gigi come uomo di spettacolo?

«Al di là di quello che posso sentire io come figlia, posso dire che manca. Mio padre manca realmente anche come tipologia di figura di attori. Tanti i ricordi che ho di lui legati proprio a Pippi Calzelunghe, un ricordo gioioso il mio: era bello vederlo intervenire sulle produzioni, lui tirava fuori da noi tante cose da attori e lo faceva con amore. Tirava fuori il meglio dai singoli e di questo poi beneficiava tutto il gruppo. Tanti colleghi lo ricordano anche con riconoscenza e generosità, pur avendo avuto, inizialmente, una comprensibile soggezione».

Che ricordo ha di Gigi padre?

«Non era diverso da come lo si immaginava, non aveva un’altra faccia in casa. Era un uomo molto alla mano, che sdrammatizzava, fatto questo ereditato anche dalla sua famiglia e portato avanti anche per merito di mia madre. Faceva ironia su qualsiasi cosa, non era il tipo di persona in grado di togliere le vesti dello spettacolo e di separare il lavoro dal privato. In casa parlavamo di progetti, di teatro, e con lui, ho avuto anche un bel rapporto di scambio, a volte mi inviava i testi delle proposte che riceveva per chiedermi un parere».

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