Fano Jazz by the Sea, dal 22 al 29 luglio 45 concerti in cartellone. Torna Stanley Clarke, ci sarà Donny McCaslin

Seun Anikulapo Kuti, figlio della leggenda dell’afro-beat Fela Kuti
Seun Anikulapo Kuti, figlio della leggenda dell’afro-beat Fela Kuti
di Andrea Amaduzzi
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Martedì 14 Marzo 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 11:30

Si cominci dando i numeri. 31 come gli anni che Fano Jazz by the Sea celebra nel 2023, 45 come i concerti che figurano in cartellone, 35 come quelli che potranno essere fruiti gratuitamente, mentre 150 corrisponde alla platea degli artisti che si daranno appuntamento a Fano dal 22 al 29 luglio. E adesso i contenuti, con i protagonisti delle performance ospitate sul main stage della Rocca Malatestiana e che l’organizzazione ha svelato nell’imminenza dal via della vendita dei biglietti, programmato per domani sul circuito VivaTicket.


Il ritorno


Per Stanley Clarke, leggenda del basso, si tratta di un ritorno dopo l’esibizione del 2018. Stavolta il 71enne di Filadelfia si presenterà a capo dei 4Ever, quintetto che include Emilio Modeste al sax tenore, Colin Cook alla chitarra, Jahari Stampley alle tastiere e Jeremiah Collier alla batteria e che si iscrive al filone della legacy jazz fusion di cui Clarke è esponente storico. Altro deja vu quello del sassofonista Donny McCaslin, che ha avuto un ruolo in “Blackstar”, ultima opera di David Bowie, e che sarà affiancato da altri due solisti reclutati dal Duca bianco per il suo testamento artistico, come il tastierista Jason Lindner e il bassista Tim Lefebvre. In aggiunta il batterista Nate Wood. Dall’altra parte dell’Atlantico in arrivo anche il trombettista Theo Crocker, con il suo cocktail di funk spirituale, R&B elettronico e jazz spaziale, mentre toccherà al trombonista Gianluca Petrella e ai suoi Cosmic Renaissance aprire la rassegna nel solco dell’incontro tra suoni acustici ed elettronici.


La scena afroamericana


Il concerto della sassofonista Lakecia Benjamin permetterà poi di scoprire una delle novità più affascinanti della scena afroamericana.

Battuta anche la scena europea, sempre ispirandosi a diversità e trasversalità. Se infatti con i Rymden, trio scandinavo formato dal tastierista norvegese Bugge Wesseltoft e dai due svedesi Dan Berglund (contrabbasso) e Magnus Öström (battetria), si potrà sperimentare la seduzione delle alchimie sonore, con il pianista scozzese Fergus McCreadie e il suo trio terrà banco l’intreccio fra jazz e musica folk. Chiusura affidata invece Seun Anikulapo Kuti, figlio della leggenda dell’afro-beat Fela Kuti, le cui atmosfere saranno reinterpretate insieme agli Egypt 80. Quella stessa eco raggiungerà poi la Golena del Furlo, dove la rituale appendice che fa da ponte con “Terre sonore” sarà dedicata all’”Afro groove queen” Manou Gallo.

Un ventaglio di musicisti capace di riprodurre «i multiformi linguaggi» che rappresentano l’universo di una kermesse in cui si vuole offrire «la possibilità di volgere lo sguardo verso il non consueto, condividendo le energie che si sprigionano» anticipa il direttore artistico Adriano Pedini, che legge l’evento come espressione «di una volontà collettiva, con una sua poetica ed un’anima che vuol far sentire i partecipanti distinti e anche unici, ma al tempo stesso tutti membri di una comunità in grado di apprezzare e rispecchiarsi nelle proposte culturali e anche nei valori sociali». Come quelli veicolati dal progetto Green Jazz, che connoterà anche il villaggio allestito all’esterno dell’antico fortilizio in cui verranno accolte le altre declinazioni del festival (Young Stage,Cosmic Journey, laboratori didattici), mentre si espanderanno nel resto della città Exodus Stage e Live In The City. 

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