Fabio Zavattaro venerdì al festival Storie a Grottazzolina: «Vi racconto Wojtyla, il Papa Santo»

Fabio Zavattaro venerdì al festival Storie a Grottazzolina: «Vi racconto Wojtyla, il Papa Santo»
Fabio Zavattaro venerdì al festival Storie a Grottazzolina: «Vi racconto Wojtyla, il Papa Santo»
di Chiara Morini
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 12:42
Sarà il vaticanista Fabio Zavattaro, che per anni è stato in diretta per la Rai da piazza San Pietro, a raccontare la storia del Papa Santo Giovanni Paolo II. L’appuntamento, dal titolo “Fabio Zavattaro racconta Papa Wojtyla”, è in programma, nell’ambito del festival Storie, venerdì 7 luglio alle ore 21,30 al castello Azzolino di Grottazzolina, dove sarà proiettato anche il filmato “Karol Wojtyla: un Papa nella storia”.


Il Papa polacco


Nella sua vita in Polonia Karol Wojtyla ha fatto l’operaio e il marinaio in clandestinità; ha conosciuto il nazismo e il comunismo, e da arcivescovo di Cracovia ha avuto un ruolo centrale nella storia della sua Polonia. Fu eletto Papa nel 1978 e fu il primo Papa, dopo secoli (dal 1522) che non era italiano. «Wojtyla – ricorda Fabio Zavattaro - è stato un Papa che ha sorpreso per le scelte compiute, per le cose fatte, per la capacità di scardinare le forme “cristallizzate” nell’apparato. È stato il Papa che si affacciava, quello che appena eletto ha detto “se sbaglio mi corrigerete”. È stato il Papa dei viaggi, del crollo del muro di Berlino. Quando avvenne, lui percorse la porta da Occidente a Oriente. È stato il primo Papa ad andare in vacanza e a sciare, bella la sciata con Pertini che gli disse “troverà una sorpresa in pentola”. Al rifugio gli servirono gli strozzapreti». Fu anche il papa che subì l’attentato per mano di Ali Agca. «Quando rimase ferito – prosegue Zavattaro - Wojtyla in ambulanza disse “perdono il mio attentatore”. C’è una curiosità: il chirurgo che lo operò quel giorno non era in servizio.

Il medico riferisce che sentì ugualmente l’esigenza di andare all’ospedale per vedere e visitare i suoi pazienti, e imparò lì dell’attentato. Poi c’è un altro mistero: il proiettile ha fatto un percorso strano, deviato, lui ha detto “la mano materna l’ha guidato”». Quando morì, in piazza san Pietro i fedeli gridavano “Santo subito”, ma già in vita, dice il giornalista, «lo era, per quello che faceva, per la grande attenzione che aveva per le persone. Faccio fatica a dire Santo, pensando che l’ho raccontato per 26 anni, mi vengono i brividi». Poi la morte e Zavattaro diede la notizia in diretta tv. «In quel momento – ricorda – non ho pensato ad altro, come a quello che avevo vissuto, in quel momento raccontai semplicemente quello che stavo vivendo».

Gli incontri con il Santo Padre


Nell’album dei ricordi ci sono anche alcuni incontri avuti con Wojtyla. «L’ho incontrato più di una volta – racconta -. Ricordo che durante le vacanze a Lorenzago di Cadore, lui andò a casa dell’allora vescovo di Treviso. L’ho saputo, siamo andati in tre e don Stanislao ci ha fatto entrare. Quando il Papa ci ha visto ci ha detto “cosa volete”. Nessuno di noi riusciva a rompere il ghiaccio, lo feci io chiedendogli “come si sente”? L’uomo Karol era come Papa Giovanni Paolo II, con tutta la sua forza, caparbietà, capacità».


L’album dei ricordi


Nella serata di venerdì a Grottazzolina Zavattaro si lascerà guidare dai ricordi e dal momento. «Non faccio mai un programma – chiude - so che sarà proiettato un filmato, lo guarderò e lo commenterò. Ci sarà chi fa le domande, risponderò. Sarà una sorpresa per me e anche per il pubblico».

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