Il Papa polacco
Nella sua vita in Polonia Karol Wojtyla ha fatto l’operaio e il marinaio in clandestinità; ha conosciuto il nazismo e il comunismo, e da arcivescovo di Cracovia ha avuto un ruolo centrale nella storia della sua Polonia. Fu eletto Papa nel 1978 e fu il primo Papa, dopo secoli (dal 1522) che non era italiano. «Wojtyla – ricorda Fabio Zavattaro - è stato un Papa che ha sorpreso per le scelte compiute, per le cose fatte, per la capacità di scardinare le forme “cristallizzate” nell’apparato. È stato il Papa che si affacciava, quello che appena eletto ha detto “se sbaglio mi corrigerete”. È stato il Papa dei viaggi, del crollo del muro di Berlino. Quando avvenne, lui percorse la porta da Occidente a Oriente. È stato il primo Papa ad andare in vacanza e a sciare, bella la sciata con Pertini che gli disse “troverà una sorpresa in pentola”. Al rifugio gli servirono gli strozzapreti». Fu anche il papa che subì l’attentato per mano di Ali Agca. «Quando rimase ferito – prosegue Zavattaro - Wojtyla in ambulanza disse “perdono il mio attentatore”. C’è una curiosità: il chirurgo che lo operò quel giorno non era in servizio.
Gli incontri con il Santo Padre
Nell’album dei ricordi ci sono anche alcuni incontri avuti con Wojtyla. «L’ho incontrato più di una volta – racconta -. Ricordo che durante le vacanze a Lorenzago di Cadore, lui andò a casa dell’allora vescovo di Treviso. L’ho saputo, siamo andati in tre e don Stanislao ci ha fatto entrare. Quando il Papa ci ha visto ci ha detto “cosa volete”. Nessuno di noi riusciva a rompere il ghiaccio, lo feci io chiedendogli “come si sente”? L’uomo Karol era come Papa Giovanni Paolo II, con tutta la sua forza, caparbietà, capacità».
L’album dei ricordi
Nella serata di venerdì a Grottazzolina Zavattaro si lascerà guidare dai ricordi e dal momento. «Non faccio mai un programma – chiude - so che sarà proiettato un filmato, lo guarderò e lo commenterò. Ci sarà chi fa le domande, risponderò. Sarà una sorpresa per me e anche per il pubblico».