Il leggendario Shel Shapiro a Cagli
«Ho bisogno di continue emozioni»

Il cantante inglese Shel Shapiro
Il cantante inglese Shel Shapiro
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Ottobre 2017, 13:18
CAGLI - Trent’anni di musica raccontati in uno spettacolo: “Quasi una leggenda” vedrà stasera alle 21 sul palco del Comunale di Cagli, Shel Shapiro e la sua band “La Bella Società”. Un concerto spettacolare che va da Nashville a Londra fino a Roma, dagli anni ‘50 agli anni ‘80, lungo la strada di un ragazzino che sognava di suonare la ‘guitar’ da grande. La passione, la gavetta , le difficolta e le gioie di uno cresciuto nella musica, circondato della musica per arrivare, alla fine, al successo.
Shel Shapiro: una leggenda nella leggenda?
«Ho scelto questo titolo perché ormai nel linguaggio della nostra società è tutto straordinario, mitico, leggendario. Non c’è limite alle esagerazioni che si utilizzano. Invece questa parola è importantissima la “leggenda” è quello che noi lasciamo come segno del nostro passaggio, è importante lasciare indietro cose belle intelligenti sensate che ci aiutino a respirare domani».
Quali sono state le gioie e le difficoltà di questa lunga carriera?
«Mi ci vorrebbero 12 ore per risponderti, come minimo! (ride) Le gioie sono ogni piccola cosa che fai che diventa una riflessione di come tu volevi che fosse, e le difficoltà sono tutte le cose che vorresti fare e che gente ottusa e ignorante, nel senso che non conosce, e professionalmente disinteressata cerca di non farti fare perché hanno superato la necessità delle emozioni e cercano solo un lampo che gli illumini il portafoglio. Che tristezza!».
Insieme ai sogni, cosa occorre fare oggi per arrivare al successo?
«Io non sono un bravo venditore di mappe per il successo: credo che l’unica cosa che possa aiutare è una passione sfrenata per quello che stai facendo, anche se spesso e volentieri non basta e magari arriva al successo uno che di tutto questo non ha nulla. E’ complicato: la nostra società è ormai omologata, segue le cose che vanno bene a tutti, ma gli esseri umani hanno sensibilità diverse e possono essere toccati da cose inimmaginabili. Il successo è effimero, ma, in genere, arriva se c’è una base di bravura e di emozione».
Cosa ascolteremo a Cagli?
«Ci saranno molti brani leggendari: dai Rolling Stones a Dylan, passando per diversi autori italiani, ci sarà grande musica. Sono assolutamente convinto che sarà uno spettacolo coinvolgente dal punto di vista ritmico ed emozionante. Racconterò la mia vita, parlerò come “uno che c’è stato” e che c’è ancora!».
C’è una canzone non sua che avrebbe voluto scrivere lei?
«Ce ne sono tantissime che avrei voluto scrivere, tutte le canzoni che mi hanno emozionato stimolato e spinto a cercare di migliorarmi».
E la sua preferita in assoluto tra le sue?
«Non saprei: “Quante volte” scritta con Mia Martini, “Per amore della musica” e, immodestamente, “E la pioggia che va” che trovo di una bellezza insuperabile».
Una lunga carriera anche come autore, stare sul palco però dà più soddisfazione?
«Il confronto con il pubblico, mettersi in gioco davanti a uno o 100mila è una sensazione insuperabile! Assolutamente elettrizzante e questo è quello che arriva: ogni sera c’è elettricità tra me e il pubblico!».
© RIPRODUZIONE RISERVATA