Una panchina per due. Ale e Franz portano in scena “Recital” oggi a Pollenza e domani a Sant’Elpidio a Mare: «Il best della nostra comicità»

«Ci sarà la nostra immancabile “panchina noir” e tante altre cose a cui siamo davvero affezionati»

Una panchina per due. Ale e Franz portano in scena “Recital”
Una panchina per due. Ale e Franz portano in scena “Recital”
di Chiara Morini
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Mercoledì 6 Marzo 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 11:41

Il meglio della comicità di Ale e Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, sarà protagonista di un “Recital”, spettacolo che i due porteranno in scena alle 21,15 di oggi, mercoledì 6 marzo, al Teatro Verdi di Pollenza, e domani, giovedì 7 marzo, alle ore 21,15 al Cicconi di Sant’Elpidio a Mare.

Francesco Villa, Franz, sarà una sorta di “The best of”?

«Sì il meglio della nostra comicità che portiamo in poche piazze, dove passiamo di meno. Ci sarà la nostra “panchina noir” e tante altre cose a cui siamo più affezionati. E questo legame cerchiamo di farlo arrivare al pubblico, ci divertiamo e questo si vede». 

É difficile riassumere in un solo spettacolo 30 anni di lavoro insieme?

«No, perché il filo conduttore c’è se si ha qualcosa da dire. Certo che quando si comincia non si sa se e quanto durerà. Ripeto l’importante è avere qualcosa da dire».

Raccontate vizi, virtù e manie degli italiani, quanto materiale avete?

«Tanto. Noi facciamo satira sociale, enfatizziamo la società. Poi a volte capita che la realtà superi la fantasia e diventi pure troppo, perché copiando sarebbero surrogati della realtà. É il caso dello sketch del becchino».

Come è cambiata l’Italia?

«Quando abbiamo cominciato, negli anni ‘90, c’era la coda del boom economico. Nelle aziende si facevano convegni per festeggiare gli anniversari, oggi partecipiamo a queste cose, ma le aziende sono dimezzate. É cambiato il contesto sociale, con il telematico si parla a milioni di persone contemporaneamente».

Si riesce a fare ancora comicità?

«Noi facciamo quello che ci fa ridere e lo presentiamo al pubblico.

Poi magari siamo pure stimolati a essere coerenti con la linea dei gusti del pubblico, a volte davvero difficile da interpretare».

Come si resiste, così a lungo, come duo?

«Avere obiettivi comuni, questo è il segreto, che poi è lo stesso del matrimonio. Ci deve essere il desiderio di condividere tutto sul lavoro».

Il duo Ale e Franz come è nato?

«Eravamo alla scuola di recitazione di Milano, Centro teatro attivo, e la nostra docente Galassi ci ha fatto parlare, scrivere. Poi abbiamo iniziato con Natalino Balasso in un locale, all’epoca c’era il boom del cabaret, era normale anche il fatto che ci esibivamo tra la gente mentre era a cena».

Oggi c’è poco cabaret durante le cene…

«Oggi è quasi radical chic, prima la gente ti guardava anche mentre era a cena, oggi non più. Prima capitava pure che ricevevi delle mance, al di là della mancia in sé, era il gesto che c’era. Oggi quel mondo non c’è più, era un mondo fatto di umanità, di etica. Era un bel gesto perché simboleggiava l’Italia che si sosteneva a vicenda».

A voi avranno sicuramente dato consigli agli inizi, ma Ale e Franz cosa consigliano ai giovani aspiranti comici?

«Scrivete tanto, incontrate la gente. Trovate la vostra strada, iniziate a riempire il vostro foglio vuoto, insisto, uscite e incontrate le persone, capite le risate. Così comprenderete se quella che state percorrendo è la strada giusta. Ogni sera è diverso e non c’è nulla di assolutamente giusto, senza il pubblico non si riesce».

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