App, l’arte scenica dialoga con il bello ad Ascoli Piceno, Santini dell'Amat: «Attento sguardo agli artisti»

App, l’arte scenica dialoga con il bello ad Ascoli Piceno, Santini dell'Amat: «Attento sguardo agli artisti»
App, l’arte scenica dialoga con il bello ad Ascoli Piceno, Santini dell'Amat: «Attento sguardo agli artisti»
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 13 Ottobre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:52

ASCOLI - Un fine settimana che dialoga con la bellezza: da una parte l’arte scenica, dall’altra gli spazi architettonici di Ascoli Piceno. Al via da oggi l’ottava edizione di App (Ascoli piceno present), festival multidisciplinare delle arti sceniche contemporanee: una vera e propria full immersion nel teatro, musica e danza dell’oggi, importante punto di arrivo di una programmazione che offre uno sguardo sui nuovi linguaggi della scena. Una occasione privilegiata per quanti amano confrontarsi con le espressioni più significative del presente che dal pomeriggio a notte fonda vanno ad abitare, con 11 spettacoli per 19 repliche, i magnifici spazi della città in una festa delle arti sceniche contemporanee.


L’incontro

Per Gilberto Santini, direttore artistico dell’Amat, «è proprio un incontro tra la bellezza del patrimonio inestimabile degli splendidi spazi di Ascoli, ma anche della loro vocazione a farsi contenitore di bellezza, con la bellezza più inquieta del presente.

Non è così consueto trovare in una città tanti spazi belli ed adatti ad ospitare eventi, ma è questo che ha mosso, 8 anni fa, l’idea di questo festival. Come il letto di un fiume, nel quale scorre la programmazione: la Storia che si fa palcoscenico del presente». Ed anche la scelta degli artisti non è casuale: «C’eravamo dati due obiettivi e li abbiamo centrati entrambi: la multidisciplinarietà del teatro, della musica e della danza con un attento sguardo agli artisti nazionali, ma anche a quelli di “casa nostra”», prosegue Santini.

Gli affondi

«E quest’anno - continua - abbiamo avuto la possibilità di fare due “affondi” eccezionali: da una parte la proposta per i più piccoli in un teatro roulotte, che accoglie 7 spettatori alla volta, che ci consente di chiarire ancora di più l’obiettivo di un festival aperto a tutti, grandi e piccoli. L’altra è stata la coincidenza fortunata con la possibilità di portare il lavoro di un grande maestro della ricerca del presente come Jan Fabre, un’altra punta di diamante di questa edizione. Scegliere gli artisti per questo festival è un lavoro che ci vede attivi tutto l’anno e ci piace la proposta di una maratona negli spazi più belli della città legati dal filo rosso di spettacoli di grande qualità e spessore».

L’attenzione ai piccoli

Si parte oggi con lo sguardo ai più piccoli, che sarà ripetuto anche domani, di Officina oceanografica sentimentale di Samovar, (proposto in cinque repliche ore 17, 17.45, 18.30, 19.15, 20) nel Teatro Roulotte in Piazza Ventidio Basso e si prosegue con un viaggio tra danza, teatro urbano e musica: «partiamo subito con un premio Ubu, Inferno di Roberto Castello (Teatro Ventidio Basso ore 20.30) che sa usare il teatro danza come strumento per raccontare lo stordimento del tempo presente, l’inferno che viviamo. Proseguiremo poi con Lacasadiargilla (teatro dei Filarmonici alle 22), che racconta la forza dell’arte e la sua importanza nelle nostre vite e che ha terminato il suo lavoro in residenza proprio ad Ascoli. Termineremo alla Chiesa di San Pietro in Castello (ore 23.30) con la musica del duo lombardo composto da Osasmuede Aigbe e Giacomo Sansoni, provenienti dal progetto Glocal Sound, esponenti di un’Italia meticcia. Domani è la giornata del made in Marche di altissima qualità: da Alessandro Sciarrone (ore 12 alla Pinacoteca Civica (Sala della Vittoria) a Licia Lanera (Ridotto del Ventidio Basso ore 16) con un testo affilato e importante, per arrivare alla prima regionale degli Asini Bardasci (Teatro dei Filarmonici ore 17.30). Dopo la visione di alcune coreografie di Jacopo Jenna, coreografo, performer e filmaker (Chiesa di Sant’Andrea alle ore 19.15) alle 21 al Ventidio Basso avremo la Cassandra di Jan Fabre, mentre a chiudere il festival sarà una vera rivelazione come Daniela Pes, cantante, strumentista e musicista elettronica sarda (ore 23 Chiesa di San Pietro in Castello)».

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