Le mappe della psiche, con immagini, concetti e situazioni innate nella mente umana grazie a un inconscio collettivo

Anna Maria Morsucci
Anna Maria Morsucci
di Anna Maria Morsucci
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Venerdì 23 Luglio 2021, 11:21

ANCONA - Il pensiero astrologico presuppone l’esistenza di archetipi, principi primordiali senza tempo, che stanno alla base, permeano e formano la sostanza del mondo materiale. Nel pensiero greco essi assunsero la forma di figure mitologiche personificate con divinità come Zeus, Afrodite, Hermes che possedevano una propria esistenza indipendente, in un ambito inaccessibile ai normali sensi umani. Da Platone vengono descritti come puri principi metafisici, Idee o Forme.

 Lo psichiatra Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica, riprese la teoria delle Idee di Platone e introdusse il concetto di archetipo nella psicologia moderna. Jung riteneva infatti che alcune immagini, concetti e situazioni siano in qualche modo innate nella mente umana, o meglio, derivino da un inconscio collettivo, condiviso, ereditato assieme al patrimonio genetico. Questo lo ha portato a teorizzare che il funzionamento dell’inconscio si basa su modelli universali – gli archetipi - comuni a tutta l’umanità in ogni parte del mondo. Le idee di Jung sono state ulteriormente sviluppate da molti studiosi tra cui lo psicanalista James Hillman e il saggista e storico delle religioni Joseph Campbell. In particolare nella sua opera “L’eroe dai mille volti” Campbell analizza come personaggi che si ripresentavano nei miti di tutto il mondo, il giovane Eroe, il Vecchio Saggio, l’antagonista, sono uguali alle figure che si affacciano nei nostri sogni. Tali storie rappresentano modelli precisi del funzionamento della mente umana, sono delle mappe della psiche. Possono essere applicate per comprendere quasi ogni problematica umana.
Gli archetipi sono ricorrenti in ogni tempo e cultura e nei temperamenti dei diversi individui, come pure nell’immaginazione mitica del mondo intero. Joseph Campbell parlò degli archetipi in termini biologici come fossero manifestazioni degli organi del corpo, inscritte nel codice genetico di ogni essere umano. Gli archetipi che si incontrano più spesso sono: Eroe, Mentore (Vecchio Saggio o Saggia), Guardiano della Soglia, Messaggero, Mutaforme, Ombra, Imbroglione In psicologia sono individuati diversi archetipi psicologici come per esempio il Puer Aeternus (l’eterno fanciullo), che possono essere rintracciati sia nel mito (il sempre giovane Cupido), che nei racconti (personaggi come Peter Pan) o nella vita (individui che si rifiutano di crescere). 
Esiste anche un altro modo di guardare gli archetipi: non come ruoli rigidi, ma come funzioni della psiche.

Si può pensare agli archetipi come a maschere, indossate temporaneamente: una persona potrebbe fare il suo ingresso in una storia svolgendo la funzione di Messaggero, quindi cambiare funzione e diventare Imbroglione, Mentore o Ombra. Gli archetipi possono essere considerati anche personificazioni di diverse qualità umane ed è proprio in questo modo che li considera l’astrologia in cui a ogni particolare Segno e Pianeta corrisponde una particolare funzione e caratteristica. Come spiega lo psichiatra Stanislav Grof, fondatore della psicologia transpersonale, che ha lavorato a lungo con Richard Tarnas, «i pianeti rappresentano i principi archetipici fondamentali, ovvero le forze, le loro relazioni angolari, o aspetti, riflettono l’interazione tra questi archetipi». Il sistema è in grado di garantire da solo predizioni straordinariamente precise e specifiche relativamente a molti diversi aspetti dell’esistenza. Come gli archetipi junghiani, può servire ad una comprensione più profonda degli individui – la loro personalità, i modelli di comportamento e lo svolgimento delle loro vite – come pure dei movimenti culturali e degli sviluppi storici che coinvolgono un gran numero di persone. 

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