ANCONA - Un viaggio nella storia di Cuba e dell’immigrazione degli italiani nell’isola sarà la presentazione del libro-progetto “Eredi Boggiano” (Ed. Quodlibet) dell’artista Cristiano Berti. È in programma per domani, 10 maggio, alle 18, in Sala Boxe della Mole Vanvitelliana di Ancona.
Il dialogo
L’autore dialogherà con il filologo e critico letterario Massimo Raffaeli. Berti, jesino d’adozione, per cinque anni ha seguito le orme di uno sconosciuto mercante italiano, Antonio Baggiano, morto oltre centosessanta anni fa, per spiegare la diffusione del suo cognome a Cuba. «La curiosità per Boggiano mi è scattata quando, occupandomi, per un precedente lavoro, dello scultore genovese Giuseppe Gaggini, ho scoperto che due sue fontane monumentali, che si trovano all’Avana, gli erano state commissionate da questo ricco possidente, originario di Savona. Mi sono quindi messo sulle sue tracce, e ho scoperto che Boggiano, nato a Savona nel 1778 e morto a Trinidad di Cuba nel 1860, aveva lasciato molti più eredi di quanto il suo albero genealogico, pur popoloso, prevedesse».
La ricerca nei libri parrocchiali di Trinidad ha permesso a Berti di individuare i nomi di 233 uomini e donne che furono schiavi di Boggiano. Dall’archivio municipale sono emerse informazioni sulle compravendite e sugli acquisti di libertà da parte degli schiavi stessi.
Nel progetto, con cui Berti ha vinto il premio Italian Council del 2021, c’è un’installazione che potrebbe assumere dimensioni gigantesche: la rappresentazione dell’albero genealogico “allargato” dei Boggiano. Si abbina a questo libro d’artista un video, filmato dallo stesso Berti durante le sue peregrinazioni, alla ricerca di documentazione e di testimonianze orali: si entra, con esso, nella foresta tropicale, si ascoltano racconti esotici e ricordi struggenti del “lascito immateriale” di Antonio Boggiano.