Ancona, ad Arturo Cirillo il Premio della Critica 2023 per due produzioni firmate da Marche Teatro: «Un regista audace e ironico»

Ad Arturo Cirillo il Premio della Critica 2023 per due produzioni firmate da Marche Teatro
Ad Arturo Cirillo il Premio della Critica 2023 per due produzioni firmate da Marche Teatro
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 23 Novembre 2023, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 12:25

ANCONA - «Audace e ironico, drammaturgo spericolato e carico di inventiva. Protagonista di impertinenti invenzioni e di incursioni teatrali». Il regista e attore Arturo Cirillo non potrebbe essere definito meglio di così. L’ha fatto l’Associazione Nazionale Critici di Teatro, nell’attribuirgli, lunedì scorso al Teatro Gobetti di Torino, il Premio della Critica 2023. Nell’articolata, lusinghiera motivazione, a firma del presidente Giulio Baffi, si fa riferimento “alla vivace rilettura del Cyrano di Bergerac, portato verso sponde d’ironica poesia in un tessuto da commedia musicale non immemore di passati esperimenti d’originale proposta teatrale”, e a “Il gioco del panino”, «con cui ha inventato l’inquieto e attonito personaggio di Alan Bennett con tutto il suo carico di ansiose fragilità».

Entrambe le produzioni sono a firma di Marche Teatro, di cui la motivazione elogia «la produttiva e solida vicinanza, con la convergenza di altri compagni i viaggi come il Teatro di Napoli, l’Emilia Romagna Teatri e il Teatro di Genova».
I ringraziamenti
«Nel ritirare il premio a Torino, ho ringraziato pubblicamente Marche Teatro – rimarca Arturo Cirillo – perché mi ha fatto godere di grande libertà. La direttrice Velia Papa ha sempre dimostrato molta attenzione alle mie proposte. Sensibile alla musicalità della parola, disponibile alle mie idee di un teatro che usa linguaggi diversi, ha promosso e seguito, con discrezione, i miei allestimenti. Ad Ancona mi sento guidato e insieme libero: un connubio vincente, sano e giusto. E uno staff che funziona come un orologio svizzero, da molti anni.

Mi auguro che questa eccezionalità possa durare nel tempo. Va sostenuta, non solo dallo Stato. Conto su Marche Teatro, con cui mi posso permettere anche le proposte più rischiose, legate soprattutto al teatro contemporaneo».


Le drammaturgie


Sono proposte, quelle di Arturo Cirillo, che azzardano anche nuove drammaturgie di classici, com’è successo per “Cyrano de Bergerac”, un testo ottocentesco, cui ha dato nuova vita, “attraverso un audace e complesso – rileva la motivazione del Premio - gioco d’invenzione contemporanea di teatro in musica”. Cirillo: «Un successo, con una fortunatissima tournée, una delle più lunghe per una produzione italiana. E anche il monologo di Bennett, che ha debuttato, su commissione di Rodolfo di Giammarco, al Belli di Roma, ha riscosso molto consenso, da parte soprattutto della critica».


Il percorso


Un percorso eterogeneo, quello di Arturo Cirillo, che da pochi giorni ha presentato, in prima nazionale, alle Muse di Ancona, la sua nuova versione di “Ferdinando” di Annibale Ruccello, mettendo d’accordo pubblico e critica. «Poiché, da spettatore, mi piace che a teatro mi siano raccontate storie che mi emozionano, cerco anch’io, da regista, di suscitare emozioni. Al punto che vengo spesso fin troppo coinvolto sentimentalmente dai miei lavori. Fa parte del mio carattere, e forse è anche quello che traspare. Evidentemente viene apprezzato, l’intento di fare operazioni non banali, ma neanche fredde, intellettualistiche. Mi metto in gioco fino in fondo, e chiedo a chi lavora con me di fare altrettanto».

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